19/11/2019

Dismorfofobia: ossessionati dai (presunti) difetti fisici

Veronica Colella Pubblicato il 19/11/2019 Aggiornato il 11/12/2019

Questa forma d'ansia, alimentata dalle aspettative sociali e dal bodyshaming, colpisce anche le star. Tra i primi a parlarne: Demi Lovato, Anne Hathaway, Robert Pattinson

Robert Pattinson - dismorfofobia

Quando il proprio aspetto diventa un’ossessione. Non si tratta solo di non piacersi, è convivere con una forma d’ansia, in parte alimentata dalle aspettative sociali o dal bodyshaming, ma soprattutto dal proprio critico interiore, particolarmente impietoso.

Questa guerra con lo specchio che si chiama dismorfofobia non risparmia le star, sempre più disposte a condividere la propria esperienza.

Un disturbo con spiacevoli conseguenze

Chi soffre di dismorfofobia (detta anche disturbo da dismorfismo corporeo) non può essere convinto a ricredersi sui suoi presunti difetti con delle semplici rassicurazioni. La preoccupazione verso la propria immagine è costante e intrusiva e può essere espressa controllando compulsivamente quanto e come si mangia, esagerando con il trucco o con la pulizia, ricorrendo troppo spesso alla chirurgia estetica oppure iniziando sistematicamente ad evitare tutte le situazioni in cui ci si sente troppo esposti, con una ricaduta negativa su lavoro e vita sociale.

Mal comune

Due anni fa la crisi di nervi pubblica di Kim Kardashian, dovuta ad alcune fotografie non ritoccate, ha dimostrato quanto poco conosciamo del mondo interiore delle celebrità. Molte donne abituate ad essere iper-analizzate per la loro forma fisica – anche prima di essere famose – hanno ammesso di aver avuto problemi più o meno gravi con la loro immagine. Se a Scarlett Johansson semplicemente non piacciono le sue gambe, Anne Hathaway ha definito il suo corpo “una fonte costante di vergogna”, Sarah Michelle Gellar ha raccontato di non riuscire a guardarsi allo specchio e Demi Lovato ha sofferto di bulimia, continuando a vedersi grassa anche quando erano chiaramente visibili le ossa del bacino. Anche Billie Eilish, superstar diciassettenne del pop, non ama guardarsi allo specchio o indossare vestiti aderenti, fin da quando a 12 anni il confronto con i corpi di altre bambine le ha scatenato una forte depressione.

Colpisce anche gli uomini

Chi pensa che disturbi alimentari e dismorfofobia riguardino solo le donne, magari per eccesso di vanità, sbaglia. Prima di Guardiani della galassia, Chris Pratt si è ritrovato in un circolo vizioso di abbuffate e senso di colpa, mentre il cantante Sam Smith combatte da sempre con il suo aspetto, sia per via del peso che per la difficoltà nell’aderire a uno standard di mascolinità che le forme del suo corpo non hanno mai rispecchiato. Neppure Robert Pattinson ha un rapporto sereno con il suo corpo, nonostante sia stato più volte candidato a uomo più sexy del mondo da diverse riviste. Detesta togliersi la maglietta, perché preferisce sinceramente il pub alla palestra, ed è divorato dall’ansia ogni volta che deve apparire sul red carpet.

La rivoluzione contro la vergogna

Jameela Jamil, co-protagonista della serie The Good Place, non si è accontentata di condividere la sua esperienza ma ha fondato un progetto tutto suo. Partendo dal presupposto che i media possono distorcere la percezione della normalità, con I Weigh vuole portare avanti una “rivoluzione contro la vergogna” attraverso campagne social e testimonianze. Come ha raccontato all’Independent, ha iniziato ad avere problemi con il suo aspetto fin da bambina e questo senso di vergogna l’ha consumata per tutta l’adolescenza, trasformando completamente il suo rapporto con il cibo. A forza di mangiare sempre meno ha iniziato ad avere problemi di malnutrizione, con conseguenze piuttosto serie come la sospensione del ciclo mestruale e le lesioni da decubito. Il suo obiettivo è iniziare una conversazione aperta e sincera sulla pressione esercitata dalla società sull’aspetto fisico, senza sottovalutare il lavoro costante e quotidiano necessario per recuperare un buon rapporto con la propria immagine.