George Clooney a Venezia, è lui (per noi) il vincitore

Redazione Pubblicato il 11/09/2017 Aggiornato il 11/09/2017

In occasione della 74a Mostra del Cinema di Venezia George Clooney, in concorso con Suburbicon, ha portato moglie e gemelli conquistando tutti con il suo fascino e la sua simpatia

clooney

Una delle star più acclamate della 74a Mostra del Cinema di Venezia è stato indubbiamente George Clooney, che ha presentato in concorso il suo nuovo film da regista ovvero Suburbicon. Ad accompagnarlo c’era naturalmente la moglie Amal Alamuddin, che stavolta però non era sola.

Venice in Love

George e Amal sono molto legati a Venezia, perché è proprio qui che il 27 settembre 2014 hanno pronunciato il fatidico si, quello che li ha resi marito e moglie.
Sarà anche per quello che la coppia, innamorata più che mai (come si è visto sul red carpet dove lei era elegantissima), ha voluto portare con sé i gemellini Ella ed Alexander, nati lo scorso giugno. A provarlo ci sono delle foto scattate da alcuni paparazzi e appena uscite sui tabloid. Probabilmente i due genitori vip non saranno felicissimi della cosa, dato che finora hanno fatto di tutto per garantire la loro privacy, ma si renderanno conto che alla fine fa parte del gioco della celebrità.

Suburbicon & politica

Come dicevamo George ha presentato al Lido (in concorso) il suo nuovo film come regista, ovvero Suburbicon con protagonisti Matt Damon e Julianne Moore. Al centro la storia, ambientata nel 1959 in America, di una famiglia che vive in una città di nome Suburbicon apparentemente perfetta, ma che in realtà nasconde un lato oscuro fatto di intrighi, bugie e persino violenza.
«Il soggetto dei film era originariamente dei fratelli Coen e, durante le ultime elezioni presidenziali americane, ci sono stati diversi elementi che mi hanno spinto a cercarlo, prenderlo e riadattarlo» – spiega George – «Diversi spunti provengono da quanto sentito, in particolare per quanto riguarda la costruzione di un muro contro le minoranze. La storia tende sempre a ripetersi e infatti negli anni’50 il Presidente era Eisenhower, che aveva come modello l’uomo bianco e forte».
Continua poi il discorso: «La nostra intenzione non era quella di sollevare polemiche o tenere una lezione di educazione civica al cinema, ma è evidente che chiunque vada negli Stati Uniti si trovi davanti un paese arrabbiato. Non era così nemmeno ai tempi del Watergate».

Queste parole, secondo alcuni, sono l’ennesima prova che l’attore-regista sia intenzionato a scendere in campo sul fronte politico, puntando dritto alla Casa Bianca. E voi come lo vedreste nei panni di Presidente degli Stati Uniti?