07/03/2020

Festa della donna: 5 libri da leggere o rileggere

Veronica Colella Pubblicato il 07/03/2020 Aggiornato il 07/03/2020
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Questo 8 marzo a piazze vuote è una buona occasione per scoprire autrici gioiosamente sopra le righe di cui innamorarsi o da ritrovare come vecchie amiche. Che siate appassionate di distopie, delle atmosfere vittoriane o della trasgressiva scena artistica degli anni ’60, tra le nuove uscite in libreria ci sono tante proposte interessanti da abbinare al consueto ramo di mimosa, per una Festa della Donna che lasci spazio alla riflessione quanto ai voli di fantasia.

Le amazzoni di Dietland
Alicia “Plum” Kettle – insoddisfatta e solitaria ghostwriter di una rivista per adolescenti – è sicura che l’unico modo per cambiare la sua vita sia cambiare il suo peso. Dopo anni di diete fallimentari, ha deciso di liberarsi dei suoi 135 kg facendosi ridurre lo stomaco chirurgicamente: a pochi mesi dall’operazione, però, l’incontro con un gruppo di vigilantes che ha dichiarato guerra all’oppressione di genere la convincerà che il problema non è nel suo corpo ma in un mondo che pretende che le donne occupino meno spazio possibile. Dietland di Sarai Walker (Mondadori), il romanzo che ha ispirato la serie AMC, è una versione al femminile di Fight Club: distopico e surreale, porta all’estremo il rifiuto di “farsi piccole” per abbracciare la rabbia.

Il lato ribelle dell’autrice di Piccole Donne
Prima di diventare una scrittrice per adolescenti di successo, Louisa May Alcott aveva già scritto diversi romanzi per adulti. Mutevoli umori, ripubblicato da Elliot, è il suo esplosivo romanzo d’esordio: la storia di due amici divisi dall’amore per una ragazza, Sylvie, che finirà per sposare l’uomo sbagliato. La critica feroce ai cardini della società vittoriana – e la difesa spassionata dell’amore libero – hanno turbato i critici più conservatori, che da questa “giovane inesperta della vita” non si aspettavano di certo tanta faccia tosta.

Audace e delicato
In libreria è appena arrivato Sete, l’ultimo romanzo di Amélie Nothomb (Voland), già candidato in Francia al prestigioso Prix Goncourt. Arrivata al 28° romanzo, questa prolifica autrice belga ha già raccontato molti dettagli della sua infanzia (trascorsa tra Giappone, Cina, America e Bangladesh), reinventato fiabe – come Riccardin dal Ciuffo e Barbablù – e svelato i retroscena più crudeli di amore e amicizia. Questa volta ha deciso di riscrivere in chiave ironica e commovente l’ultima notte di Gesù sulla Terra, in un racconto sul senso della gratitudine e della bellezza.

E se fossimo tutti femmine?
Riprendendo in mano un provocatorio testo teatrale di Valerie Solanas (passata alla storia come la donna che sparò a Andy Warhol), Andrea Long Chu prova a ribaltare il modo consueto di pensare al genere invertendo gli stereotipi legati ai due sessi. L’esercizio mentale alla base di Femmine (Nero Edizioni) è accettare per assurdo che il maschio sia in realtà una femmina mutata dall’intervento del cromosoma Y, in una riflessione a ruota libera che spazia dagli angoli più oscuri di Internet alle guerre tra femministe degli anni ’80.

Storie dimenticate
La linea del colore
di Igiaba Scego (Bompiani) prende spunto da due storie vere – quella della scultrice Edmonia Lewis e quella dell’ostetrica Sarah Parker Remond – fondendole in un unico personaggio, quello di Lafanu Brown. Questa pittrice americana del XIX secolo, figlia di una donna Chippewa e di un misterioso straniero dalla pelle scura, arriva a Roma in piroscafo alla ricerca della bellezza e dell’indipendenza, ripercorrendo in senso contrario la rotta che portò i suoi antenati negli Stati Uniti in catene. La sua storia si intreccia con quella di Leila, curatrice d’arte afrodiscendente dell’Italia di oggi che vuole far conoscere Lafanu a un pubblico più vasto.