22/10/2018

Festa del cinema o festa delle donne? A Roma i film parlano (finalmente) di noi

Elena Goretti
A cura di Elena Goretti
Pubblicato il 22/10/2018 Aggiornato il 22/10/2018

Nei primi 4 giorni della kermesse capitolina, in scena tante storie che narrano lo sfaccettato e bellissimo universo femminile, con due grandi icone del cinema internazionale: Cate Blanchett e Isabelle Huppert

festa del cinema di Roma - Huppert-Blanchett

Madri, fattucchiere, figlie, donne o semplicemente ragazze innamorate di altre ragazze. Il direttore della Festa del cinema di Roma Antonio Monda lo aveva annunciato e dopo 4 giorni di proiezioni possiamo confermarlo: è l’universo femminile, con tutte le sue sfaccettature, profondità e meraviglie al centro della kermesse cinematografica capitolina, e con esso le sue protagoniste.

Storie di madri

Venerdì la Festa si è aperta infatti con due film che hanno raccontato in modi diversi il grande tema della “maternità”. Il primo, Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis (al cinema dal 22 novembre), narra infatti la storia drammatica di Maria (Pina Turco), una ragazza di Castel Volturno assoldata dalla camorra per gestire uno squallido traffico di neonati, che nel momento in cui scopre di aspettare a sua volta un figlio rischia tutto per poterlo tenere con sé nonostante il grave degrado in cui vive. Il secondo, invece, il Il mistero della casa del tempo di Eli Roth, è la favola fantastica e grottesca (al cinema il 30 ottobre) di Lewis, un bambino che dopo essere rimasto orfano va a vivere con lo zio Jonathan (Jack Black) e la sua storica amica Mrs Zimmermann (Cate Blanchett), per scoprire poi che questi sono in realtà una coppia di stregoni strampalati con cui finisce per formare nuova, quanto “insolita famiglia”.

Famiglie diverse, stesso tipo di amore

A presentare il film la stessa Cate Blanchett che, prima di sfilare sul red carpet con uno splendido abito Maison Margiela, ha parlato in conferenza stampa del suo ruolo nel film di Roth facendo riferimento alla sua esperienza di “mamma adottiva” visto che, dopo 3 figli biologici, nel 2015 ha adottato una bambina.

«Le famiglie si formano in mille modi diversi, anche se non sempre vengono riconosciute universalmente. Per quanto mi riguarda non c’è nessuna differenza tra l’amore che provo per la mia figlia adottiva e quello per i miei figli naturali» ha detto ai giornalisti.

Ragazze appassionate

Sabato e domenica protagonista invece la complicata, energica e passionale “giovinezza femminile”, prima con il film La diseducazione di Cameron Post di Desiree Akhavan (al cinema dal 31 ottobre) con Chloë Grace Moretz nei panni di una giovane adolescente degli anni Novanta innamorata di una compagna di liceo e per questo mandata in una sorta di rehab cristiano per “guarire” dall’omosessualità. E poi con il nuovo film del regista di Moonlight Barry Jenkins, Se la strada potesse parlare (al cinema il prossimo febbraio), storia del primo, grande amore della giovane 19enne Tish per l’amico d’infanzia Fonny nella Harlem degli anni Settanta.

Premio ala carriera a Isabelle Huppert

A coronare il weekend di cinema “al femminile”, infine, non poteva che esserci lei, o meglio Elle (per citare il film per cui vinse l’Oscar nel 2017), l’affascinante e ammaliante Isabelle Huppert, arrivata sul red carpet di Roma in uno splendido abito Giorgio Armani color avorio per ritirare un meritatissimo Premio alla carriera.

E poi tocca a Martin Scorsese

E oggi? La Festa sospende temporaneamente la sua attenzione per le donne per concentrarsi su un grande uomo del cinema che viene a ritirare un altro Premio alla carriera. Ma forse possiamo concederglielo, perché il nome di quest’uomo è niente meno che Martin Scorsese.