14/11/2022

Esterno Notte: la serie di Marco Bellocchio arriva su Rai 1

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 14/11/2022 Aggiornato il 14/11/2022

Dopo il breve passaggio al cinema Esterno Notte di Marco Bellocchio ritrova la sua originale versione seriale. Appuntamento il 14-15 e 17 novembre in prima serata

Esterno Notte

Non è una semplice serie tv, ma un’opera di grande valore, un gioiello preziosissimo firmato (non a caso) da un maestro del cinema italiano. Parliamo di Esterno Notte di Marco Bellocchio, che dopo il breve passaggio al cinema (con gli episodi divisi in due parti), arriva finalmente su Rai 1 nella sua originale versione seriale nelle prime serate (per la precisione alle 21.25) del 14, 15 e 17 novembre.

«Sarà un grande evento che diventerà patrimonio dell’azienda Rai. Grazie a Marco Bellocchio che si è messo in gioco con la serialità portando il cinema d’autore in essa».

A parlare è Maria Pia Ammirati, direttore di Rai Fiction – «Quella di Moro è una storia tragica che non abbiamo dimenticato e contiamo di arrivare anche ai giovani che quelle giornate non le hanno conosciute».

Narrazione, cast e curiosità

A 19 anni dal film Buongiorno, notte il regista Marco Bellocchio torna a parlare del caso Moro, ma con uno sguardo diverso.

Aldo Moro, tra i fondatori della Democrazia Cristiana e Presidente del partito dal 1976, venne rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978. Una data non scelta a caso, dato che proprio quel giorno il Governo Andreotti IV (in cui veniva garantito l’appoggio esterno del PCI) si apprestava a ottenere il voto di fiducia da entrambi i rami del Parlamento. Dopo 55 giorni di prigionia, ovvero il 9 maggio, venne assassinato.

In Esterno Notte quei terribili giorni vengono raccontati attraverso i molteplici punti di vista dei personaggi che di quella tragedia furono protagonisti e vittime.

A interpretare Aldo Moro è un Fabrizio Gifuni da pelle d’oca, che ha accanto una altrettanto emozionante Margherita Buy nei panni della moglie Eleonora. Toni Servillo è invece Papa Paolo VI (molto legato ad Alto Moro), Fausto Russo Alesi è Francesco Cossiga, Fabrizio Contri è Giulio Andreotti, mentre Daniela Marra e Gabriel Montesi sono i terroristi Adriana Faranda e Valerio Morucci. Nel cast anche Eva Cela, Davide Mancini, Emmanuele Vita, Paolo Pierobon, Pier Giorgio Bellocchio, Jacopo Cullin, Antonio Piovanelli, Gigio Alberti.

Esterno Notte è una serie Rai prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment (società del gruppo Fremantle), con Simone Gattoni per Kavac Film, in collaborazione con Rai Fiction, in coproduzione con Arte France.

Presentato in anteprima all’ultimo Festival di Cannes, dove è stato acclamato da critica e pubblico, ha ottenuto importanti riscontri anche a New York e Londra. Fresco vincitore del Critics award for Best International Film all’International Film Festival di San Paolo, Brasile, Esterno Notte sarà premiato agli EFA, gli Oscar europei, con l’Award for Innovative Storytelling (il premio per la narrazione più innovativa) a Marco Bellocchio.

La parola a Marco Bellocchio e Fabrizio Gifuni…

«Fin dalle prime proiezioni ho capito che c’era una certa vibrazione, del coinvolgimento emotivo. E non parlo solo di Cannes, ma anche del suo passaggio al cinema, dove abbiamo notato anche un interesse sincero da parte dei giovani. Sul pubblico televisivo non so nulla, posso solo umanamente sperare che tanti lo guardino. Spero comunque di fare altre cose seriali, se ci sarà il tempo» – dice Marco Bellocchio durante la conferenza stampa di presentazione – «Le cose che ci coinvolgono sono sempre delle belle avventure, anche se non mancano degli imprevisti, il sentimento di far meglio e il tempo che non sembra mai abbastanza. C’è stato un lavoro artistico collettivo».

Fabrizio Gifuni, che era già entrato nei panni del celebre politico nello spettacolo teatrale Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro, racconta: «Sono tanti anni che, per scelta o fatalità, ho incontrato attraverso il mio lavoro questa figura così importante per la storia del nostro paese, sempre pensando che farlo fosse anche un modo per cercare di capire cosa ha a che fare con noi oggi. Non è solo memoria di un paese lontano, di una Italia che non c’è più, ma anche cercare pazientemente di ricucire i fili di questa memoria fatta a pezzi negli ultimi decenni con una certa spudoratezza e violenza. Si è infatti suggerito alle nuove generazioni che la memoria sia una cosa inutile, noiosa e divisiva, come se vivessimo in un eterno presente».

E continua: «Aldo Moro è uno dei fantasmi della nostra storia, corpi a cui non è stata data una degna sepoltura e che chiedono che la loro storia sia raccontata di nuovo. Io ho cercato di farlo in questa opera che ha scelto di avere tanti punti di vista e ciò permette a chi lo guarda di entrare più empaticamente nel racconto. C’è del coinvolgimento emotivo, deponendo le armi si entra in una grande vicenda, anche umana. Farlo con Marco Bellocchio e con questo cast di attori formidabile è stato bellissimo».

… e agli altri attori

«Sono orgogliosa di avere rappresentato questa donna solitamente poco raccontata» – dichiara Margherita Buy – «Sono entrata dentro la famiglia Moro con la macchina del tempo, ritrovandomi in un periodo in cui c’erano altri sentimenti, modi di parlare e confrontarsi. Lei sentiva il marito lontano per via dei suoi impegni politici, ma poi con il rapimento vive uno strappo terribile, cercando di contenere il dolore con grande forza».

«Io sono da sempre uno spettatore ammirano del cinema di Marco Bellocchio, che offre una testimonianza (in questo caso di un evento storico), ma ci regala anche una avventura conoscitiva. Aggrega con le immagini situazioni che nella nostra mente erano molto distanti, ma che ci consentono di dare lettura personali e originali. Paolo VI è un personaggio che ricorda figure importanti, anche nelle drammaturgie teatrali» – dice invece Toni Servillo.

Per Fausto Russo Alesi: «Questo racconto è un viaggio intenso ed immersivo, soprattutto nella complessità dell’essere umano. Sono stato guidato da Marco nel cercare di restituire questo personaggio così complesso e misterioso che, nel corso dei 55 giorni, si dibatte tra la ragione umana e quella di Stato. Ricordiamo che Aldo Moro fu un grande amico e un maestro per Cossiga».

La parola passa quindi a Gabriel Montesi e Daniela Marra. Il primo su Valerio Morucci dice: «Mi sono trovato ad entrare nei panni non facile di un personaggio complesso ed enigmatico, che all’inizio faticavo a spiegare e capire. È stata dura, ma ho affrontato questa sfida con entusiasmo»

«Marco Bellocchio ha messo subito a fuoco cosa voleva raccontare di Adriana Faranda, ovvero una donna con un conflitto profondo e che ha fatto una scelta estrema abbandonando la sua vita di madre» – dice Daniela – «È stato molto nutriente lavorare con Bellocchio, per me ha rappresentato una grande crescita».