24/01/2022

Ero in guerra ma non lo sapevo, un film-evento da non perdere

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 24/01/2022 Aggiornato il 24/01/2022

Sarà nelle sale come film-evento, nei giorni 24/25/26 gennaio, Ero in guerra ma non lo sapevo di Fabio Resinaro, che racconta la storia di Pierluigi Torregiani. Protagonisti Francesco Montanari e Laura Chiatti

Ero in guerra ma non lo sapevo

Ci sono dei film necessari non solo per ricordare la nostra storia, ma anche per riflettere su di essa. È il caso di Ero in guerra ma non lo sapevo di Fabio Resinaro (una produzione Eliseo Multimedia con Rai Cinema), che racconta la vera storia dell’assassinio del gioielliere milanese Pierluigi Torregiani, avvenuta nel 1979 per mano di un gruppo di terroristi.

A interpretarlo è un convincente Francesco Montanari, affiancato da Laura Chiatti che interpreta la moglie Elena.

Nel cast, nei panni dei tre figli adottivi della coppia, Juju Di Domenico, Alessandro Tocco e Maria Vittoria Dallasta. Li abbiamo incontrati virtualmente, via Zoom, in occasione dell’uscita-evento nei cinema prevista per il 24/25/26 gennaio (con 01 Distribution).

La storia di Pierluigi Torregiani

Il film è ispirato al libro Ero in guerra ma non lo sapevo, scritto da Alberto Dabrazzi Torregiani (uno dei figli adottivi di Pierluigi Torregiani, rimasto ferito durante l’attentato) e Stefano Rabozzi.

Questa storia ci porta a Milano, nel 1979. Pierluigi Torregiani è un uomo forte e determinato, un gioielliere che ha sempre lavorato sodo per assicurare alla moglie Marisa e ai tre figli adottivi un futuro solido. Una sera, mentre si trova a cena in un ristorante, subisce un tentativo di rapina: lui reagisce per difendere la figlia maggiore e la situazione precipita. Un giovane bandito muore, ma non è Pierluigi a sparargli (nonostante abbia con sé una pistola, per la sua sicurezza) e nonostante questo i giornali lo accusano di essere un giustiziere borghese. Parole scritte che soffiano sul fuoco pericoloso della tensione politica del periodo e trasformano l’uomo in un obiettivo dei PAC, gruppo di terroristi guidato da Cesare Battisti, che individuano in lui un colpevole da punire.

Torregiani e la sua famiglia ricevono minacce di morte tanto da ottenere l’assegnazione di una scorta scorta. Però questo non blocca le intimidazioni, che sfociano poi in un attentato in cui Pierluigi perde tragicamente la vita.

La parola ai protagonisti

«Pierluigi Torregiani è un artigiano pragmatico, abituato a sistemare con le sue mani i meccanismi degli orologi che si inceppano. Ad un certo punto si trova, suo malgrado, in una dinamica imposta e inizialmente fa finta di niente, è convinto di poter gestire la situazione, perché non accetta di dover sottostare ad essa» spiega Francesco Montanari. «È un uomo intelligente, che trova profondamente ingiusto quello che succede e non vuole in alcun modo apparire debole». E aggiunge: «Torregiani ha una mentalità incastonata in valori specifici e difende ciò che ha costruito, si chiede perché deve sottostare all’arroganza esterna».

«Questa storia ha un legame con il nostro presente, perché anche oggi è la stampa a indicare una persona come colpevole, prima ancora del processo. E questo è grave, perché danneggia gli esseri umani» dice Laura Chiatti. «Pierluigi Torregiani aveva un carattere forte, impavido e sua moglie Elena, che io interpreto, l’ha accompagnato nella vita, trovandosi a volte in conflitto con lui. Lei è una donna emancipata, che si occupa della famiglia in maniera solida e lucida, che però ad un certo punto non riesce più a comprendere il marito». E sottolinea: «È stata per me una bellissima esperienza, perché sul set sono riuscita a trovare con Francesco la misura giusta per il contesto».