22/06/2022

Elvis: il biopic che vi farà innamorare di Austin Butler

Veronica Colella Pubblicato il 22/06/2022 Aggiornato il 22/06/2022

Arriva al cinema l'omaggio di Baz Luhrmann al Re del Rock. Barocco, scintillante e soprattutto molto azzeccato nella scelta del protagonista

Elvis

Se è un po’ che non andate al cinema, Elvis è un buon motivo per tornare in sala. Due ore e mezza di spettacolo sotto forma di biopic, edulcorato il giusto da risultare rispettoso nei confronti della famiglia Presley (che lo ha adorato) ma non così tanto da diventare stucchevole.

In puro stile Baz Luhrmann, 20 anni di storia sono raccontati a un ritmo che fa girare la testa.

Il suo amore per il gospel, il rapporto strettissimo con la madre Gladys, l’incredibile presenza scenica che lo ha reso un’icona senza tempo e naturalmente la storia d’amore con Priscilla (Olivia DeJonge), la donna che gli è stata accanto finché l’infedeltà reciproca e i problemi di dipendenza di lui non si sono rivelati fatali per il loro matrimonio.

Ascesa e declino di un mito

Il film celebra il mito di Elvis, ma anche la sua vulnerabilità – raccontata dal punto di vista di chi se n’è approfittato di più, ovvero il suo manager (Tom Hanks): un impresario teatrale olandese che si faceva chiamare Colonnello e che ha inventato Elvis come lo conosciamo, padre-padrone onnipresente per tutta la sua vita e anche oltre.

Con un accenno ai numerosi artisti che hanno fatto la storia del rock e del blues: da Sister Rosetta Tharpe (interpretata dalla cantante britannica Yola) a Little Richard (Alton Mason), passando per Arthur “Big Boy” Crudup (interpretato dal chitarrista blues Gary Clark Jr.) e B.B. King (Kelvin Harrison Jr.).

Nel cast anche Kodi Smit-McPhee (Jimmie Rodgers), Richard Roxburgh e Helen Thomson (Vernon e Gladys, genitori di Elvis), David Wenham (Hank Snow), Dacre Montgomery (Steve Binder).

Nato per il ruolo

A partire da quei dodici minuti di standing ovation a Cannes, il mondo sembra essersi innamorato di Austin Butler. In fondo che fosse bravo si sapeva già, altrimenti Denzel Washington non si sarebbe preso il disturbo di telefonare dal nulla a Baz Luhrmann per tessere le sue lodi. E dire che Butler non ne avrebbe avuto nemmeno bisogno, visto che ha saputo toccare le corde giuste fin da subito. Dopo aver dibattuto su quale cover presentare come provino, ha deciso di impulso per una versione di Unchained Melody al pianoforte suonata in accappatoio, con l’aria vulnerabile e stropicciata di uno che si è appena alzato.

Rispetto a colleghi più famosi in lizza per il ruolo, come Harry Styles e Aaron Taylor-Johnson, il fatto che fosse relativamente sconosciuto ha giocato a suo favore. È stato a teatro, in tv e sui red carpet insieme a Vanessa Hudgens (con cui ha avuto una relazione dal 2011 al 2020), ma al più ce lo ricordavamo come il primo amore di Carrie in Carrie Diaries, cancellata dopo solo due stagioni. Nessun rischio quindi che la sua attenzione fosse distolta da altri progetti nei due anni in cui si è calato nei panni di Elvis, così in profondità da cambiargli la voce. Persino il modo di muoversi è incredibilmente simile, anche grazie a Polly Bennett, la stessa movement coach che ha seguito Rami Malek in Bohemian Rhapsody.

Non solo, se Luhrmann lo ha scelto è anche perché pensava che avesse abbastanza in comune con Elvis da riuscire a catturarne lo spirito: come lui, Butler sognava di essere James Dean, ha imparato a suonare pianoforte e chitarra da solo e ha affrontato la perdita della madre a 23 anni.

La colonna sonora

Trattandosi di un film di Baz Luhrmann, la colonna sonora non poteva che essere eccezionalmente curata. Oltre ai nostri Måneskin (con la cover di “If I can dream”) e alla reinterpretazione di “Can’t help falling in love” della cantante country Kacey Musgraves usata nel trailer, troviamo brani originali di Eminem (“The King and I” feat. CeeLo Green, con un eco di “Jailhouse rock”) e Doja Cat (“Vegas”, che riprende “Hound Dog” di Big Mama Thornton, presentata dal vivo al Coachella) accanto a molti altri artisti tra cui Tame Impala, Jack White, Stevie Nicks e Chris Isaak.