16/04/2020

DOC: ultima puntata. Ma quello di Luca Argentero è solo un arrivederci

Veronica Colella Pubblicato il 16/04/2020 Aggiornato il 16/04/2020

Ultimo appuntamento stasera con DOC. Nelle tue mani, la fiction con Luca Argentero. Ma è solo un arrivederci in autunno

Luca Argentero

È arrivato il momento di salutare il dottore più amato di questa stagione televisiva, ma si tratta solo di un arrivederci. Gli ultimi due episodi della fiction Doc. Nelle tue mani, che ha superato ogni aspettativa con una media di 8 milioni di spettatori a serata, andranno in onda questa sera alle 21.25 su Rai 1.

Per scoprire come andrà a finire bisogna attendere il prossimo autunno, quando saranno terminate le riprese della seconda e ultima parte.

Sempre che la Rai non decida di sorprenderci piacevolmente con un seguito, contando sull’entusiasmo del protagonista Luca Argentero.

Autenticità prima di tutto…

Se Doc ha avuto tanto successo, nonostante la brusca interruzione, è perché se lo merita. A partire dalla delicatezza con cui gli autori hanno saputo adattare una storia vera che ha dell’incredibile, passando per la voglia di superare i cliché dei medical drama e restituire al camice la sua solennità. Per osservare da vicino i medici e il loro mondo gli attori hanno passato a turno qualche settimana in un vero reparto, imparando a imitare con naturalezza un sapere spesso bistrattato anche dagli stessi pazienti. A punzecchiare le nostre cattive abitudini da “tuttologi” di Google è stato proprio Argentero, ribadendo in una puntata di Che tempo che fa quanto sia bello e importante sapersi mettere nelle mani di qualcuno che ha dedicato la sua vita a prendersi cura di noi. La sua interpretazione è piaciuta molto anche a Pierdante Piccioni, il medico che ha ispirato il personaggio di Andrea Fanti e che ha fatto da consulente all’attore per tutte le riprese, raccontandogli al telefono le sue storie per permettergli di immedesimarsi meglio nel ruolo.

…con qualche licenza poetica

Nel passaggio dall’autobiografia al piccolo schermo gli autori si sono concessi qualche libertà. A stravolgere la vita del “Dottor Amnesia” non è stato un padre disperato, bensì un ordinario incidente d’auto sulla tangenziale di Pavia. Vero però che nonostante le perplessità sollevate da colleghi e curiosi non ha conservato alcun ricordo degli ultimi dodici anni, compresa la morte della madre. Nella fiction il lutto da assimilare è diventato quello del figlio minore, mentre il maggiore è stato trasformato in una figlia. Anche la sottotrama amorosa è opera di fantasia: anziché scoprire di avere una nuova compagna, il dottore si è innamorato per la seconda volta di sua moglie. Ha però dovuto imparare a conoscerla di nuovo, con un’altra età e un altro colore di capelli, così come ha dovuto accettare che i bambini dei suoi ricordi fossero diventati due ragazzoni con la barba.

La storia vera (a lieto fine)

I dettagli su cui non è stato necessario ricamare sono tanti. Uno su tutti la situazione surreale di chi si sveglia dal coma scoprendo di aver perso una fase intera della propria vita, dall’autunno del 2001 alla primavera del 2013. Riconciliare le due realtà, come racconta nei tre libri scritti con Pierangelo Sapegno (tutti editi da Mondadori), è stata un’impresa titanica. L’allora primario dell’ospedale di Lodi e Codogno si è trasformato in un paziente a dir poco singolare, esperienza che però gli ha permesso di diventare un medico migliore. Alla pensione anticipata ha preferito rimettersi sui libri per tornare a esercitare, riscoprendo il valore dell’empatia e dell’ascolto dopo una carriera improntata al distacco professionale. Oggi si occupa di pazienti disabili e cronici nell’unità di Integrazione Ospedale Territorio e Appropriatezza della Cronicità, con un’équipe che si è trovata in prima linea nel gestire l’emergenza coronavirus.