01/09/2025

Venezia 82: Marco Bellocchio presenta la serie tv Portobello

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 01/09/2025 Aggiornato il 01/09/2025

Fuori concorso alla 82esima Mostra del Cinema di Venezia la serie tv Portobello diretta da Marco Bellocchio. A interpretare Enzo Tortora è Fabrizio Gifuni

Venezia, 82nd Venice International Film Festival 2025 - giorno 6 . Photocall di Portobello Nella foto: Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Marco Bellocchio, Fabrizio Gifuni and Barbora Bobulova

Marco Bellocchio torna a raccontare la storia del nostro paese e stavolta si concentra sulla figura di Enzo Tortora, vittima di uno dei più clamorosi errori giudiziari, con la serie tv Portobello presentata in anteprima (fuori concorso) alla 82esima Mostra del Cinema di Venezia.

A interpretare Enzo Tortora (scomparso nel 1988) è Fabrizio Gifuni, che solo tre anni fa aveva lavorato con il regista vestendo i panni di Aldo Moro in Esterno notte.

Nel cast anche Lino Musella, Barbora Bobulova, Romana Maggiora Vergano, Alessandro Preziosi, Davide Mancini, Federica Fracassi, Carlotta Gamba, Giada Fortini, Massimiliano Rossi, Pier Giorgio Bellocchio, Alessio Praticò e Gianfranco Gallo (nel ruolo di Raffaele Cutolo).

Portobello è una serie HBO Original e debutterà, con le sue sei puntate, nel 2026 sulla piattaforma HBO che proprio il prossimo anno arriverà anche in Italia.

Una dolorosa storia vera

Siamo nel 1982. Enzo Tortora è un conduttore all’apice del successo: il suo programma Portobello, in onda sulla tv pubblica in prima serata, raggiunge 28 milioni di spettatori, tutti in attesa del concorrente che riuscirà a far parlare il pappagallo, che è l’ospite d’onore. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo nomina Commendatore della Repubblica. Portobello ha infatti la capacità di raccontare e confortare il paese in anni non facili. Il terremoto dell’Irpinia dà l’ultima scossa agli equilibri già fragili della Nuova Camorra Organizzata. Giovanni Pandico, uomo di fiducia del boss Raffaele Cutolo e spettatore assiduo di Portobello dalla sua cella, decide di pentirsi. Interrogato dai giudici fa un nome inatteso: Enzo Tortora. Quando il 17 giugno 1983 i carabinieri bussano alla sua stanza d’albergo Tortora pensa a un errore. Invece è solo l’inizio di un’odissea che lo trascinerà dalla vetta al baratro. L’odissea di un innocente accusato ingiustamente.

La parola a regista e protagonista

Come mai Marco Bellocchio ha deciso di raccontare questa storia? «Quando ero ragazzo mi era capitato di vedere, in tv nei bar di Bobbio, Campanile sera condotto da Enzo Tortora. Portobello non lo seguivo, perché all’epoca avevo altri interessi e quindi lui era un personaggio che io percepivo come estraneo. Poi quando tutti parlarono del suo arresto e vidi quest’uomo ammanettato e ricoperto di insulti, venni colpito dal suo stupore. In seguito ho letto Lettere a Francesca, il libro di Tortora contenente le lettere che aveva scritto dal carcere e ho trovato in esso dei dettagli che hanno suscitato in me un interesse, così abbiamo iniziato a lavorare alla serie» – racconta il regista.

«Il caso Tortora ha cambiato la storia e ha portato all’aggiornamento del codice di procedura penale, diventato più garantista. Invece prima era formalmente inquisitorio, una macchina oscura in cui potevi essere imprigionato senza sapere il perché» – spiega Fabrizio Gifuni – «Quello era un periodo in cui la tv e i giornali avevano una grande credibilità e così lo stesso paese che l’aveva osannato all’improvviso gli vuole saltare alla gola. Probabilmente in molti già non lo vedevano di buon occhio, perché lui era un uomo libero e non aveva paura di battersi per ciò in cui credeva (come, per esempio, la liberalizzazione delle tv private). Questa è una storia terribile e complessa fatta di tanti strati e per raccontarla ci vuole un grande regista proprio come Marco Bellocchio».