08/09/2022

Venezia 79: The Son emoziona il Lido. E i protagonisti splendono sul red carpet

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 08/09/2022 Aggiornato il 08/09/2022

In concorso alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia The Son, il nuovo film di Florian Zeller con Hugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby e Anthony Hopkins

THE  SON - VANESSA 22

Bisogna dire che non smette di stupire ed emozionare il concorso della 79esima Mostra del Cinema di Venezia. Ora è la volta di Florian Zeller, che a due anni di distanza dal suo esordio cinematografico (con The Father – Nulla è come sembra, vincitore di due Premi Oscar), torna con The Son.

Anche stavolta il film è tratto da una sua opera teatrale, per la precisione Les Fils.

Protagonista è Hugh Jackman, che ha al suo fianco delle straordinarie colleghe come Laura Dern e Vanessa Kirby (Coppa Volpi nel 2020), il giovane Zen McGrath, Hugh Quarshie e il grande Anthony Hopkins (come in una sorta di passaggio di testimone, essendo lui il protagonista di The Father).

Un figlio difficile

È una storia in cui è facile immedesimarsi e che fa riflettere quella raccontata da The Son. Nicholas ha 17 anni e, due anni dopo il divorzio dei genitori, non può più vivere con sua madre. È ormai avvolto dal male di vivere e il suo unico rifugio sono i ricordi dell’infanzia, quando era felice. Il ragazzo decide quindi di trasferirsi dal padre Peter, che ha da poco avuto un figlio dalla sua nuova compagna. L’uomo prova a occuparsi di Nicholas pensando a come avrebbe voluto che suo padre si prendesse cura di lui, ma nel frattempo cerca di destreggiarsi tra la sua nuova famiglia e la prospettiva di un’allettante carriera politica a Washington. Tuttavia, mentre cerca di rimediare agli errori del passato, perde di vista il presente di Nicholas.

La parola ai protagonisti

«In questo momento sono impegnato con un musical a Broadway, però mi sono preso qualche giorno per venire alla Mostra per presentare questo film» – così Hugh Jackman esordisce alla conferenza stampa del film – «Non avevo visto l’opera teatrale, ma avevo letto la sceneggiatura che mi aveva trasmesso delle sensazioni fortissime e ho capito che quello di Peter era il ruolo giusto per me in quel momento della mia vita. Ci tenevo così tanto ad interpretarlo da chiamare io stesso Florian, l’ho rincorso».

«Io e Hugh ci siamo “incontrati” per la prima volta due anni fa su Zoom e devo dire di essere stato subito toccato dalla sua umiltà e onestà» – dice il regista Florian Zeller, che sull’ambientazione diversa del film precisa: «In realtà questa è la storia di qualcosa che potrebbe succedere ovunque, ha dei risvolti universali e New York mi sembrava la città giusta».

«In questo film ci sono persone che amano tantissimo, ma ognuno di noi ha bisogno non solo di un padre e una madre, ma anche di tante altre persone che ci influenzano e ci guidano. Per molti anni abbiamo avuto l’immagine di genitori sempre forti e indipendenti, ma ora è diverso, io stesso condivido le mie vulnerabilità con i miei figli che ora hanno 17 e 22 anni» – aggiunge Hugh Jackman.

«Sono felice di aver potuto affrontare il problema della malattia mentale in questo film» – sottolinea Laura Dern, che interpreta la madre Kate – «Siamo usciti dalla pandemia e il numero delle persone che hanno iniziano ad avere problemi di salute mentale è altissimo. Questo film è un viaggio nel dolore, che ti fa scoprire che possiamo rivolgerci a tante persone che hanno già affrontato tutto questo e possono aiutarci in base alla loro esperienza».

«Uno dei punti di forza di questo film è il linguaggio non verbale, riesce a catturare anche ciò che viene represso. È stato bellissimo vedere Hugh e Laura recitare esprimendo questi sentimenti» – aggiunge Vanessa Kirby, che qui è Beth ovvero la nuova compagna di Peter – «Io sono ispirata dal cinema che si pone tante domande che raramente trovano una risposta. Quando ho letto questa sceneggiatura ho notato che anche qui ce ne sono tante, perché a Florian piace entrare nei meandri della nostra mente. Quando faccio delle domande a me stessa e vedo che anche altri se ne pongono mi sento meno sola».