06/09/2021

Venezia 78: omaggio a Ezio Bosso con il documentario Le cose che restano

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 06/09/2021 Aggiornato il 06/09/2021

Fuori concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia Ezio Bosso. Le cose che restano, il documentario di Giorgio Verdelli dedicato allo straordinario musicista

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Negli ultimi anni la Mostra del Cinema di Venezia sta dando molto spazio ai documentari, compresi quelli musicali. In questa 78esima edizione spicca, nel Fuori Concorso, un titolo dedicato a uno straordinario musicista che purtroppo ci ha lasciato un anno fa: parliamo di Ezio Bosso. Le cose che restano di Giorgio Verdelli, regista che aveva già incantato il pubblico veneziano lo scorso anno con Paolo Conte, Via con me.

Un bel modo per scoprire qualcosa in più dell’artista e dell’uomo Ezio Bosso e celebrarlo con classe.

Artista amatissimo

In Ezio Bosso. Le cose che restano Giorgio Verdelli ripercorre la vita e la carriera del celebre direttore d’orchestra, compositore e pianista italiano. Un artista amatissimo per la forza e il coraggio con cui ha affrontato anche gli ultimi anni, quelli più difficili, continuando a contagiarci positivamente con la sua passione per l’arte, vissuta come disciplina e ragione di vita. Nel documentario il racconto è affidato allo stesso Bosso, attraverso la raccolta e la messa in fila delle sue riflessioni, interviste, pensieri in un flusso di coscienza che si svela e ci fa entrare nel suo mondo, come in un diario. La narrazione è stratificata, in un continuo rimando fra immagine e sonoro. Le parole dell’artista si alternano alla sua seconda voce, la musica, e alle testimonianze di amici, famiglia e collaboratori che contribuiscono a tracciare un mosaico accurato e puntuale della sua figura.

Ezio Bosso. Le cose che restano (prodotto da Sudovest Produzioni, Indigo Film con Rai Cinema) uscirà nelle sale (con Nexo Digital) come evento nei giorni 4, 5, 6 ottobre.

La parola al regista

«Portatore di un potente messaggio motivazionale nella sua vita e nella sua musica, Ezio Bosso è stato e sarà sempre una fonte d’ispirazione per chiunque vi si avvicini. Una presenza, non un ricordo» ha dichiarato Giorgio Verdelli.

Il regista, durante la conferenza stampa veneziana, ha spiegato ancora meglio il progetto: «Io conoscevo solo una parte dell’avventura musicale e umana di Ezio Bosso, ma lavorando a questo film e grazie alla collaborazione della sua famiglia ho scoperto tante altre cose. Si dice che un grande artista non muove mai perché restano le sue opere, ma nel suo caso a rimanere sono anche le sue parole. Parole che sentiremo nella narrazione, avendo però come supporter Gabriele Salvatores nella prima parte e Silvio Orlando nella seconda».

L’idea di questo documentario, come spiega lo stesso Verdelli, è stata del produttore Nicola Giuliano che svela: “Lui aveva realizzato le musiche del film Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores e dopo quel lavoro ci siamo persi di vista per un paio di anni. Quando ci siamo rivisti ho trovato un uomo completamente cambiato e mi ricordo che lui, vedendo me sbiancare, si è messo a ridere. Quando è venuto a mancare ho deciso che volevo raccontarlo e sapevo che Giorgio aveva la sensibilità giusta e infatti sono molto felice del risultato”.