30/08/2019

Venezia 76: il ritorno di Mario Martone in concorso

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 30/08/2019 Aggiornato il 30/08/2019

È stato presentato al Lido Il Sindaco del rione Sanità di Mario Martone, il primo film italiano in concorso alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia

venezia 76 - mario martone

Dopo il successo dello scorso anno di Capri-Revolution, Mario Martone ha deciso di tornare sul luogo del delitto ovvero la Mostra del Cinema di Venezia. Il suo film Il Sindaco del rione Sanità è infatti uno dei tre titoli italiani in concorso alla 76esima edizione, il primo in calendario.

Come si può intuire si tratta della trasposizione cinematografica, in chiave moderna, della celebre opera teatrale di Eduardo De Filippo che il regista due anni fa aveva già portato a teatro.

Nel cast Francesco Di Leva, Massimiliano Gallo, Roberto De Francesco, Adriano Pantaleo e Daniela Ioia.

Una storia sempre attuale

Antonio Barracano è il classico “uomo d’onore”, in grado come pochi di distinguere tra “gente per bene e gente carogna”: una qualità che gli ha permesso di diventare il Sindaco del rione Sanità, a Napoli. Con l’aiuto di un amico medico riesce ad amministrare il quartiere secondo i suoi criteri, al di fuori dello Stato e al di sopra delle parti. Un giorno si presenta da lui Rafiluccio Santaniello, il figlio del fornaio, intenzionato ad uccidere il padre.

Don Antonio, riconosce nel giovane lo stesso sentimento di vendetta che da ragazzo lo aveva ossessionato e poi cambiato per sempre. Decide così di intervenire per farli riconciliare e salvarli entrambi.

La parola ai protagonisti

«L’intuizione giusta l’ha avuta Francesco Di Leva: portare in scena un Don Antonio non più di 75 anni, come nel testo originale, ma di 38 anni. La stessa età che hanno la maggior parte dei boss di oggi» spiega il regista Mario Martone. «Spesso gli spettacoli teatrali vengono trasposti al cinema in maniera fedele, io invece ho mantenuto l’impalcatura drammaturgica di Eduardo rivisitandola in chiave con temporanea. Ho pensato subito, non appena l’ho portato a teatro, che potesse poi diventare un film e ci siamo riusciti nonostante le complessità da affrontare dato che il tutto si svolge essenzialmente in due ambienti ovvero due appartamenti».

«Quando ho iniziato a prepararmi al ruolo, ho svolto le consuete ricerche e ho pensato a come fossero gli anni in cui è stato scritto» spiega l’attore Francesco Di Leva. «Il testo è nato infatti tra il 1959 e il 1960, quando Che Guevara cominciava la sua rivoluzione e Muhammad Ali era alle sue prime vittorie. Mi sono quindi chiesto se Eduardo avesse tenuto presente il contesto e il primo giorno delle prove a teatro mi sono ispirato a quell’immaginario e mi sono presentato con tuta, felpa con cappuccio nero e piedi nudi, portando una panca per fare gli addominali».

Al fianco di Francesco ci sono altri grandi attori come Massimiliano Galllo, che interpreta il suo antagonista ovvero Arturo Santaniello: «Il bello di questo testo è che i temi trattati sono universali: si parla infatti di famiglia, senso di colpa, dovere e vendetta. Sono passati sessant’anni da quando è stato scritto, ma risulta tremendamente attuale».