Oscar 2018, il trionfo di Guillermo del Toro

Redazione Pubblicato il 05/03/2018 Aggiornato il 05/03/2018

È La forma dell'acqua – The Shape of Water di Guillermo del Toro il film che si è portato a casa più statuette nella notte degli Oscar 2018. Al film di Guadagnino solo il premio per la miglior sceneggiatura non originale

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Quella appena passata è stata la notte degli Oscar annunciati. L’edizione 2018, la 90esima della storia degli Academy Awards, non ha registrato alcun colpo di scena (cosa che era avvenuta lo scorso anno con quel famoso scambio di busta che vide alla fine decretare miglior film Moonlight invece di La La Land). I bookmakers avevano previsto il successo di La forma dell’acqua – The Shape of Water di Guillermo del Toro, che si è portato a casa ben quattro statuette, come la maggior parte dei vincitori nelle altre categorie. Impresa, ammettiamolo, piuttosto facile dato che il quadro era già chiaro grazie a premiazioni precedenti come Golden Globe e BAFTA.

La magia di La forma dell’acqua – The Shape of Water

Il film di Guillermo del Toro ha vinto Oscar nelle categorie miglior film, miglior regista, miglior colonna sonora (andata ad Alexandre Desplat) e migliore scenografia (firmata da Paul D. Austerberry, Shane Vieau e Jeff Melvin). Il regista messicano, sul palco, ha invitato a continuare a sognare, ad aprire la porta della fantasia e ad entrarci. La forma dell’acqua – The Shape of Water è ambientato a Baltimora nel 1962, in piena Guerra Fredda e racconta la storia di Elisa, una ragazza muta che per vivere fa le pulizie in una base militare. Qui viene rinchiusa una mostruosa e al tempo stesso affascinante creatura, su cui gli americani vorrebbero fare degli esperimenti, che crea con Elisa un rapporto così speciale da trasformarsi in amore. Ricordiamo che il film aveva vinto, nel 2017, anche il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.

I migliori attori

Come previsto il film Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh (anch’esso premiato a Venezia nel 2017 per la sceneggiatura) ha visto trionfare parte del suo cast: Francis McDormand come miglior attrice protagonista e Sam Rockwell come miglior attore non protagonista. Entrambi hanno tradito una certa emozione, mostrando un vero gioco di squadra (lei si è commossa anche quando è stato fatto il nome di Sam). Miglior attore protagonista è invece Gary Oldman per L’ora più buia (di Joe Wright) e miglior attrice non protagonista ad Allison Janney per I, Tonya (di Craig Gillespie).

Gli altri premi

Chi purtroppo alla fine, dopo tanti elogi ed altrettante speranze, è rimasta senza statuette è il bel Lady Bird di Greta Gerwig. Piccola delusione anche per l’Italia, dato che Chiamami con il tuo nome di Luca Guadagnino ha visto premiato solo James Ivory come miglior sceneggiatura non originale. Per l’originale ha invece avuto la meglio Jordan Peele per Scappa – Get Out.
Blade Runner 2049 vince l’Oscar per la migliore fotografia (Roger A. Deakins) e migliori effetti speciali (John Nelson, Gerd Nefzer, Paul Lambert e Richard R. Hoover). Dunkirk quello per il miglior montaggio (Lee Smith), miglior sonoro (Mark Weingarten, Gregg Landaker e Gary A. Rizzo) e miglior montaggio sonoro (Richard King e Alex Gibson). Invece le statuette per i migliori costumi e il miglior trucco e acconciatura sono andati rispettivamente a Il filo nascosto (Mark Bridges) e L’ora più buia (Kazuhiro Tsuji, David Malinowski e Lucy Sibbick). Coco di Lee Unkrich e Adrian Molina è eletto miglior film d’animazione e vince anche l’Oscar per la miglior canzone (Remember Me).

Miglior film straniero è Una donna fantastica del cileno Sebastian Lelio; miglior documentario Icarus di Bryan Fogel; miglior cortometraggio documentario Heaven is a Traffic Jam on the 405 di Frank Stiefel; miglior cortometraggio The Silent Child di Chris Overton e Rachel Shenton; miglior cortometraggio d’animazione Dear Basketball di Glen Keane e Kobe Bryant.