15/10/2025

Festa del cinema di Roma 2025: si apre con La vita va così

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 15/10/2025 Aggiornato il 15/10/2025

Film inaugurale della 20esima edizione della Festa del Cinema di Roma è La vita va così di Riccardo Milani, con Virginia Raffaele, Diego Abatantuono e Geppi Cucciari

lavitavacosi

La 20esima edizione della Festa del Cinema di Roma è ai nastri di partenza e presenta, come film d’apertura (fuori concorso, nella sezione Grand Public), La vita va così di Riccardo Milani. Ispirato a una storia vera, vede nel cast Virginia Raffaele (già protagonista femminile del precedente film del regista, Un mondo a parte), Diego Abatantuono, Aldo Baglio, Giuseppe Ignazio Loi e Geppi Cucciari.

Dovremo aspettare poco per vedere La vita va così: arriverà infatti nelle sale il 23 ottobre, distribuito da Medusa Film e PiperFilm.

Una commedia per riflettere

Siamo alla soglia del nuovo millennio, su una lingua di costa ancora incontaminata del sud della Sardegna. Efisio Mulas è un pastore solitario, custode silenzioso di un tempo che sembra non esistere più: vive lì da sempre, tra il mare e i suoi animali, nella piccola casa dove è nato.

Invece Giacomo è il Presidente di un potente gruppo immobiliare, simbolo di un’Italia lanciata verso il futuro, che è deciso a trasformare quella costa in un resort di lusso. Al suo fianco Mariano, capo cantiere e uomo pratico, ha il compito di convincere Efisio a cedere quell’ultimo lembo di terra.

Tra questi mondi inconciliabili si muove Francesca, la figlia di Efisio, divisa tra le sirene del cambiamento e l’appartenenza alla propria terra.

Quando Efisio rifiuta l’ennesima offerta milionaria, la trattativa si trasforma in una battaglia legale nella quale entra in scena Giovanna, una giudice nata e cresciuta in quei luoghi chiamata a dirimere il conflitto. Mentre le pressioni aumentano e la comunità si spacca tra chi sogna nuove opportunità di lavoro e chi teme di perdere per sempre la propria identità, l’incrollabile “no” di Efisio si carica di un significato collettivo.

La parola ai protagonisti

«Ho conosciuto questa storia una decina di anni fa prima sui giornali, poi in quei luoghi che io ho la fortuna di frequentare. Quando il protagonista della vicenda è mancato, ho pensato che fosse arrivato il momento di raccontarla» – spiega Riccardo Milani durante la conferenza stampa – «Al centro c’è il conflitto tra la necessità del lavoro e il rispetto per il territorio, che non riescono mai a trovare il punto di incontro. Ho cercato di raccontare la vicenda da più punti di vista per arrivare, anche grazie al registro della commedia, a tutti compresi coloro che che la pensano in maniera diametralmente opposta a me. Il film ha elementi per far divertire, ma anche riflettere il pubblico».

«La commedia è da sempre la forza del cinema italiano, basti pensare a Ettore Scola, Mario Monicelli, Dino Risi. Riccardo Milani continua con questo percorso, rappresentando la nostra vita di tutti i giorni» – sottolinea Diego Abatantuono – «Il mio però è un personaggio che non fa ridere mai e cerca di tenere duro, convinto di essere nel giusto. Si trova però davanti a un uomo resistente, che non si piega, animato da anima, dignità e forza».

«Per me è stato un esperimento sociale (come lo era stato in Abruzzo con Un mondo a parte), perché oltre alla possibilità artistica c’è anche quella umana. È stato bellissimo immergersi in questa comunità sarda» – racconta Virginia Raffaele – «Dovendo poi imparare il sardo sono andata prima sul territorio, cercando di carpire di più le cadenze. E non è stato facile perché quelle di Nuoro sono diverse da quelle di Cagliari! Però io ho fatto il possibile, mi sono messa a studiare come se fosse l’inglese» .