23/10/2023

Festa del Cinema di Roma 2023: Ferzan Ozpetek ci presenta Nuovo Olimpo

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 23/10/2023 Aggiornato il 23/10/2023

Ferzan Ozpetek ha presentato alla Festa del Cinema di Roma il suo nuovo film intitolato Nuovo Olimpo, che arriverà il 1° novembre su Netflix

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A quattro anni di distanza da La dea fortuna (e a un anno dal suo esordio televisivo con Le fate ignoranti – La serie) il regista Ferzan Ozpetek ci regala un nuovo film intitolato Nuovo Olimpo, presentato alla 18esima Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public. Nel cast Damiano Gavino, Andrea Di Luigi, Aurora Giovinazzo, Alvise Rigo, Giancarlo Commare, Jasmine Trinca, Greta Scarano e Luisa Ranieri.

Per vederlo non dovrete aspettare molto, perché dal 1° novembre sarà disponibile su Netflix.

La storia

Quella che viene raccontata da Nuovo Olimpo è una storia con diversi elementi autobiografici, che parte alla fine degli anni’70 e percorre tre decenni. I protagonisti sono due ragazzi di nome Enea e Pietro, che si incontrano per caso e si innamorano perdutamente. Un avvenimento inaspettato però li separa e così, per trent’anni, inseguono la speranza di ritrovarsi perché si amano ancora.

La parola a regista e cast

«Era da 7-8 anni che pensavo di raccontare questa storia, perché mi era rimasta dentro» – spiega Ferzan Ozpetek durante la conferenza stampa – «È quasi tutto autobiografico, ci sono tante cose della mia vita, ma non tutte sono andate esattamente come vengono raccontate. La cosa più importante per me era raccontare gli anni’70 in quell’Italia che ho amato e scelto». E sottolinea: «Io non racconto l’omosessualità o l’eterosessualità, ma le persone, con libertà. I sentimenti e le emozioni sono bellissime, non bisogna catalogarle». Sul cast dice: «Sono molto contento dei miei attori, li trovo tutti molto bravi, poi io ho il mo metodo di lavoro e quindi ho studiato e pensato le cose insieme a loro. Credo che l’attore non debba entrare nel personaggio, ma che quest’ultimo si debba avvicinare all’attore».

«Stare sul set e indossare i costumi di un certo periodo ci ha permesso di entrare meglio nei nostri personaggi. E ti rendi conti che, mentre ora è tutto sui social, all’epoca le persone si incontravano e si innamoravano» – dice Damian Gavino (che interpreta Enea).

«Ci sono stati tanti momenti creativi, ci siamo sentiti dentro anche noi alla storia. È stato un percorso guidato da un grande maestro, a cui ci siamo affidati» – aggiunge Andrea Di Luigi (Pietro).

Gli fa eco Greta Scarano: «Io ho avuto la sensazione di fare parte di un racconto che parla di sentimenti con la S maiuscola. Non capita spesso di avere la possibilità di interagire così tanto con il regista e lo sceneggiatore, che si sono messi in ascolto. Mi è piaciuto tantissimo dare vita a Giulia, una donna che non possiede mai totalmente l’uomo che ama. Lei nutre una forma d’amore senza condizioni, che è la forza motrice del rapporto».

Invece Luisa Ranieri racconta: «Questa è la mia terza esperienza con Ferzan e quando chiama lui è sempre una festa. Poi lui ti dà anche la possibilità di fare crescere personaggi che sulla carta sembrano più piccoli come la mia Titti. È iniziato tutto dal suo desiderio di fare un omaggio a Mina, quindi voleva che fossi una cassiera che si vestiva e truccava come lei all’epoca, ma poi ad ogni scena l’abbiamo costruita insieme».