24/10/2019

Downton Abbey al cinema. Tutto è pronto per l’arrivo del Re e della Regina

Veronica Colella Pubblicato il 24/10/2019 Aggiornato il 24/10/2019

Il period drama più amato e premiato diventa film e esce nei cinema italiani il 24 ottobre, dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma

downton abbey al cinema

Il ritorno di Downton Abbey, nelle sale dal 24 ottobre, è il vero evento di questo autunno. Dopo aver collezionato i premi più ambiti della televisione nei suoi sei anni di messa in onda – tra cui 12 Emmy e 3 Golden Globe – il period drama più amato di sempre arriva al cinema, con un film di due ore diretto da Michael Engler, presentato in pompa magna alla Festa del Cinema di Roma.

Perché piace tanto

Downton Abbey è la dimostrazione che i drammi in costume hanno lo stesso potere rassicurante di una favola. Per i nostalgici della serie, questo ritorno alla celebrazione della classe, del lusso e delle buone maniere trasporta in un passato da sognare ad occhi aperti. Anche per questo l’idea iniziale di riunire i personaggi con il pretesto di un evento tragico (come un funerale) è stata rapidamente scartata, così come la possibilità di oltrepassare la soglia degli anni ’30 e avvicinarsi alla Seconda guerra mondiale, con l’inevitabile declino dello stile di vita aristocratico. Come suggerisce in maniera un po’ provocatoria una delle protagoniste – l’attrice Elizabeth McGovern, ovvero Lady Grantham – è proprio il rigido ordine sociale a rendere questa realtà così appetibile sullo schermo.

Nel microcosmo di Downton Abbey tutti sanno qual è il loro posto e come comportarsi nella maniera più appropriata: nel dubbio, basta rivolgersi all’impeccabile Carson.

La trama e il cast

Ecco quindi la trama della versione cinematografica. Siamo nel 1927 e la tenuta si prepara ad accogliere Sua Maestà il Re Giorgio V e la Regina consorte, in visita nello Yorkshire giusto il tempo di “un pranzo, una cena e una parata”. Una notizia sconvolgente che metterà alla prova le capacità di Mary (Michelle Dockery) come nuova padrona di casa e che richiederà il momentaneo de-pensionamento di Carson (Jim Carter), orgoglioso di mettere il suo talento al servizio dell’amata monarchia. Per quanto in Downton Abbey non ci sia mai stato grande spazio per veri conflitti di classe, il film fa un piccolo strappo alla regola quando i servitori della famiglia reale irrompono con fare altezzoso nei piani bassi della casa, sottovalutando la vena competitiva di cuoca e domestici. Oltre a garantire il ritorno di tutti i personaggi chiave della serie, il film ha introdotto qualche piacevole novità: Lady Maud Bagshaw (Imelda Staunton), dama di compagnia della regina, sarà con la sua lingua affilata una degna compagna di schermaglie per la temibile Lady Violet (Maggie Smith), mentre la sua cameriera personale Lucy (Tuppence Middleton) non passerà inosservata agli occhi di Tom Branson (Allen Leech). Tra le new entry troveremo anche Kate Philips, David Haig, Simon Jones, Geraldine James e Stephen Campbell Moore.

Questione di classe

La scrittura di Fellowes rimane il punto di forza della saga, con la sua capacità di dosare battute taglienti e intrighi sentimentali. Ispirandosi vagamente al romanzo Ai piani bassi di Margaret Powell (Einaudi), attraverso la famiglia Crawley e il suo esercito di domestici Fellowes ha creato il prequel ideale alle atmosfere di Gosford Park, il giallo di Robert Altman che gli è valso l’Oscar per la migliore sceneggiatura nel 2002. Il film è stata una vera e propria svolta per la carriera dello sceneggiatore, che all’epoca aveva già 52 anni e si era visto rifiutare dodici volte prima di avere finalmente un sì. Se Gosford Park è stato il momento del riscatto, Downton Abbey è stata la sua vera e propria consacrazione, dimostrando che gli sceneggiati in costume non sono solo un guilty pleasure per anglofili e vecchie signore romantiche.