27/06/2021

Cinema: Una donna promettente vi farà venire i brividi anche d’estate

Veronica Colella Pubblicato il 27/06/2021 Aggiornato il 27/06/2021

Carey Mulligan è la protagonista della commedia nera di Emerald Fennel premiata agli Oscar,appena uscito nelle sale italiane

una donna promettente

È curioso che in Una donna promettente la parola “stupro” non sia mai davvero pronunciata, fa notare la scrittrice Carmen Maria Machado sul New Yorker. Proprio come nella vita reale, è sepolta sotto una valanga di eufemismi che tendono a spostare la responsabilità dell’accaduto su chi quella sera non è rimasta a fare la calzetta. Quelle che chissà cosa si aspettavano, quelle che si mettono in pericolo – come Cassie, la protagonista che si finge ubriaca proprio nella speranza che qualcuno cerchi di portarsela a casa. A scriverlo e dirigerlo Emerald Fennell, la Camilla Parker Bowles di The Crown, già showrunner della serie di spionaggio Killing Eve.

Il film plurinominato agli Oscar si è guadagnato la statuetta per la Miglior sceneggiatura originale giocando con i cliché e con le aspettative dello spettatore. Ed è un ottimo pretesto per tornare al cinema.

Yes, all men

Dopo aver lasciato la facoltà di medicina, Cassandra (Carey Mulligan) è tornata a vivere con i suoi genitori. Di giorno serve caffè, una notte a settimana si aggira per i locali della città fingendo di essere troppo ubriaca per reggersi in piedi. Al suo promettente futuro ha preferito una nuova vocazione, quella di dare il tormento ai cosiddetti bravi ragazzi che le si avvicinano con la scusa di prestarle soccorso. La recita continua fino all’immancabile avance, quando Cassie torna improvvisamente sobria e li umilia senza pietà. Un gioco iniziato dopo la morte di Nina, la migliore amica che si è tolta la vita dopo essere stata violentata durante una festa al campus. Nessuno ha mosso un dito, anzi: la preside di facoltà si è girata dall’altra parte, un’amica l’ha accusata di mentire, l’avvocato di lui l’ha intimidita per farla tacere. E come se non bastasse Cassie viene a sapere che Al (Chris Lowell), il responsabile della morte di Nina, sta per sposarsi…

Nel cast anche Adam Brody (Seth di OC), Christopher Mintz-Plasse (McLovin’ di Suxperbad), Max Greenfield (Schmidt di New Girl), Connie Britton (Tami Taylor di Friday Night Lights) e Laverne Cox (Sophia di Orange is the new black).

Variazioni su un tema originale

Il filone in cui si inserisce Una donna promettente, con il suo angelo vendicatore in toni pastello, è quello delle vittime che diventano carnefici. Il sottogenere del cinema horror da cui prende le mosse (il cosiddetto “rape&revenge”), per quanto controverso, ha almeno il merito di non fare dello stupro una nota a margine nella trama di un protagonista maschile. Un esempio digeribile anche da chi non ama la violenza esplicita è Hard Candy di David Slade (2005), in cui un giovanissimo Elliot Page interpreta una quattordicenne che mette all’angolo il presunto assassino della sua amica scomparsa.

Quando dietro alla macchina da presa c’è una donna, le reazioni sono spesso scomposte: basti pensare agli insulti gridati in sala dopo la proiezione di The Nightingale di Jennifer Kent, vincitore nel 2018 del Premio speciale della giuria a Venezia, o alle critiche piovute nel 2000 su Baise-moi di Virginie Despentes.

Le novità da non perdere

In Una donna promettente Emerald Fennell si è tenuta volutamente lontana da pistole e coltelli. La soluzione escogitata da Cassie per vendicarsi è più bizzarra e folle, spiega la regista, ma anche più realistica. Cassie potremmo essere noi, così come potremmo facilmente identificarci nella protagonista di I may destroy you, la serie BBC-HBO di Michaela Coel inedita in Italia che ha conquistato pubblico e critica.

La serie prende ispirazione dall’aggressione che la stessa Coel subì nel periodo in cui lavorava alla stesura degli episodi di Chewing gum, la sitcom che l’ha resa famosa: il suo alter ego Arabella, blogger e scrittrice, si sveglia la mattina con una strana ferita sulla fronte e un vuoto di memoria dovuto alla droga che qualcuno le ha fatto scivolare nel bicchiere.

E se ormai siamo tristemente abituate ai commenti sugli abiti o sulle abitudini delle vittime, è in arrivo un adattamento che metterà in crisi anche i campioni di arrampicata sugli specchi. Donne che parlano, tratto dall’omonimo romanzo di Miriam Toews (Marcos y Marcos), è ispirato a una storia vera: tra il 2005 e il 2009, a molte donne e ragazze di una remota comunità mennonita capitava di svegliarsi coperte di lividi e con la testa pesante. Fenomeni paranormali, bugie per coprire relazioni clandestine o sfrenata immaginazione femminile? Niente di tutto questo: solo 8 uomini e dell’anestetico veterinario. Nel film di Sarah Polley, che seguendo il romanzo immagina una discussione tra donne per decidere come reagire (non fare niente, restare e combattere o andare via), ci saranno Frances McDormand (che ne è anche produttrice), Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley e Ben Whishaw.