27/05/2023

Cannes 2023: Alice Rohrwacher conquista con La chimera

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 27/05/2023 Aggiornato il 29/05/2023

Terzo film italiano in concorso al 76esimo Festival di Cannes, La chimera di Alice Rohrwacher è stato accolto da più di dieci minuti di applausi

cannes 2023 - Alice Rohrwacher

Ha sfilato su un red carpet quasi deserto, di pomeriggio, il penultimo giorno. Questo però non ha impedito ad Alice Rohrwacher di vivere pienamente la sua quinta volta sulla Croisette: il suo La chimera, terzo film italiano in concorso al 76esimo Festival di Cannes (dopo Rapito di Marco Bellocchio e Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti), ha infatti ricevuto più di dieci minuti di applausi in sala e un fiume di critiche positive. Possiamo quindi dire che continua la storia d’amore tra la regista italiana e il Festival di Cannes: ricordiamo che il suo primo lungometraggio Corpo Celeste ricevette nel 2021 il Nastro d’argento al Miglior regista esordiente nella sezione Quinzaine des Réalisateurs; Le meraviglie nel 2014 vinse Grand Prix Speciale della Giuria; Lazzaro felice si portò a casa nel 2018 il premio per la Migliore sceneggiatura.

Nel 2022 ha presentato sempre a Cannes il corto Le pupille e questo le ha portato parecchia fortuna, dato che ha poi ricevuto la candidatura al Premio Oscar per il Miglior cortometraggio.

E quest’anno? Le è stato assegnato, da una giuria indipendente, il Premio AFCAE.

Nel mondo dei tombaroli

La chimera è il quarto lungometraggio di Alice Rohrwacher, che stavolta ci proietta negli anni’80 in Toscana, portandoci nel mondo clandestino dei tombaroli che si guadagnano da vivere trafugando reperti etruschi. Con loro c’è Arthur, un giovane archeologo inglese, che ha un dono speciale e il cuore infranto dopo la scomparsa della sua amata Beniamina.

Per la prima volta la regista ha voluto sul set un cast internazionale, capitanato da Josh O’Connor (noto anche per aver interpretato il Principe Carlo nella serie tv The Crown). Insieme a lui Carol Duarte, Isabella Rossellini, Alba Rohrwacher, Vincenzo Nemolato, Yle Vianello, Giuliano Mantovani, Gian Piero Capretto, Melchiorre Pala, Luciano Vergaro detto “Catirre”, Ramona Fiorini e Luca Gargiulo.

La regista ha pensato a questo film come terzo e ultimo capitolo di una trilogia, iniziata con Le meraviglie e proseguito con Lazzaro felice, incentrata sull’investigazione del nostro rapporto con il passato.

La chimera uscirà nelle sale nei prossimi mesi grazie a 01 Distribution.

La parola ad Alice Rohrwacher e al cast

«Fin da piccola ho sempre meditato su questa regione dove vivo (la Toscana), in cui l’evidente presenza di altre popolazoni che ci hanno abitato mi ha impressionato: basta scavare nella terra per trovare manufatti realizzati da altri uomini. Tra gli anni’80 e ’90 molti si soni messi a cercare dei reperti, dei tesori, nelle tombe etrusche e i racconti di questi uomini mi sorprendevano, perché andavano contro la legge dei vivi ma anche quella delle anime. Mi chiedevo come facessero a trovare il coraggio per farlo, quindi ho iniziato a lavorare a un racconto che parlasse di queste persone». Così Alice Rohrwacher spiega, durante la conferenza stampa, la genesi de La chimera.

E continua: «Andando alla ricerca delle location per il film mi sono trovata davanti a un paesaggio profanato nella sua natura, non solo da tombaroli, ma anche dal profitto. Facendo i sopralluoghi ho avuto una sensazione strana: per raggiungere le necropoli, infatti, passavamo davanti a discariche e impianti. In particolare un luogo mi ha segnato: ho notato, infatti, davanti a centrale di Civitavecchia, dei piccoli buchini e mi sono resa conto che era costruita sopra una necropoli tanto che c’erano tombe che uscivano dai lati della centrale e pezzi di mosaici completamente abbandonati in mezzo agli scarichi. Credo che in questo abbandono ci sia possibilità di filmare questi luoghi e renderli ancora vivi, il contrasto è sempre qualcosa che crea la vita».

Poi sottolinea: «Penso di avere il dovere generazionale di raccontare il ‘900 alle nuove generazioni. Guardando mia figlia e i suoi compagni ho pensato a come trasmettere loro una sensazione della storia e di questo mondo che ho vissuto».

E sulla scelta di un cast internazionale dice: «In questo film ci sono attori che vengono da molto lontano e altri che posso considerare miei vicini di casa. L’incontro tra questi due mondi mi dava la possibilità di raccontare meglio questa storia, perché a volte quando viviamo in un posto siamo troppo dentro nel contesto e si ha bisogno di uno straniero che ci dica cosa vede. È importante unire i due sguardi».

La parola quindi non poteva che passare a Josh O’Connor che svela: «Prima di iniziare a girare Alice mi ha mandato tantissimi film da vedere, come Accattone di Pier Paolo Pasolini. Sono felice di aver avuto la possibilità di lavorare con lei, che è una regista brillante e sensibile, poi sono sempre stato un suo grandissimo fan. Mi ricordo di aver pianto quando ho visto Lazzaro felice, non si può non amare il suo cinema».

Alice ha voluto nel suo cast, ancora una volta, la sorella Alba Rohrwacher che parla con entusiamo del suo personaggio: «Affidandomi il personaggio di Spartaco, Alice mi ha spinto verso un altrove oscuro e al tempo stesso ironico. Con lei infatti si ironizza sull’ombra delle persone, ci divertiamo a indagare sull’ombra buffa che i personaggi possono avere. Una sua grandissima capacità, che ho sperimentato in tutte le cose che abbiamo fatto insieme, è quella di riuscire a unire esseri umani che vengono da pianeti diversi e portarli nel suo. E tutti noi, come per magia, ci troviamo a parlare la sua lingua e a capirci».