26/03/2022

Aspettando gli Oscar, ricordiamo i trionfi italiani

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 26/03/2022 Aggiornato il 26/03/2022

La notte tra il 27 e il 28 marzo si terrà la 94esima edizione dei Premi Oscar. Inganniamo l'attesa ricordando quante statuette, nel corso della storia, sono andate al cinema italiano

Sophia Loren, circa 1962  File Reference # 33536_137THA

Ci siamo: la notte tra il 27 e il 28 marzo si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles la 94esima edizione dei Premi Oscar, che sarà condotta da Regina Hall, Amy Schumer e Wanda Sykes.

Noi potremo seguirla su Sky (che per l’occasione ha acceso il canale tematico Sky Cinema Oscar, dedicato ai film vincitori in passato, disponibile fino al 31 marzo) e in streaming su NOW.

Naturalmente saremo tutti sintonizzati (sonno permettendo) per fare il tifo per i nostri connazionali: ricordiamo infatti che È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino è nella cinquina del Miglior film internazionale, mentre Luca di Enrico Casarosa è candidato per il Miglior film d’animazione e Massimo Cantini è in lizza nella categoria Migliori costumi per Cyrano.

Nella speranza che il cinema italiano porti di nuovo a casa qualche statuetta, ricordiamo tutte le volte che è successo nella storia degli Academy Awards.

Tra gli anni’40 e ’60, neorealismo e oltre

La storia da Oscar del cinema italiano inizia nel 1947 quando il produttore Paolo William Tamburella ritirò la statuetta per Sciuscià di Vittorio De Sica, proclamato Miglior film straniero. De Sica fece poi il bis nel 1950 con Ladri di Biciclette. Cinque anni dopo ad essere premiata è una delle nostre più grandi attrici, ovvero Anna Magnani, per il suo ruolo da protagonista ne La rosa tatuata di Daniel Mann.
Nel 1957 è il genio di Federico Fellini ad emergere, con l’Oscar a La strada come Miglior film straniero. Lo stesso premio viene vinto dal regista riminese l’anno dopo per Le notti di cabiria.

Gli anni’60 si rivelano un decennio d’oro per noi. Nel 1962 Sophia Loren vince come Miglior attrice protagonista per La ciociara di Vittorio De Sica, mentre Pietro Gherardi per i Migliori costumi bianco e nero realizzati per La dolce vita di Federico Fellini. Gherardi fa il bis l’anno dopo per Otto e mezzo, sempre di Fellini, che vince anche come Miglior film straniero. Sempre nel 1963 Pietro Germi, Ennio De Concini e Alfredo Giannetti vengono premiati nella categoria Migliore sceneggiatura per Divorzio all’italiana (anche diretto da Germi).

Nel 1964 la statuetta va a Vittorio Nino Novarese per i costumi di Cleopatra (regia di Joseph L. Mankiewicz), mentre l’anno dopo Ieri, oggi e domani di Vittorio De Sica è Miglior film straniero.

Si chiude in bellezza nel 1969 con due Oscar vinti da Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli: a Danilo Donati per i costumi e a Pasqualino De Santis per la fotografia.

Gli anni ’70-’80, tra sperimentazione e tradizione

Stili e narrazioni cinematografiche cambiano, adattandosi ai tempi. Ne è la dimostrazione il regista Elio Petri, che nel 1970 vinse nella categoria Miglior film straniero con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Premio vinto l’anno dopo da Vittorio De Sica per Il giardino dei Finzi Contini e nel 1974 da Federico Fellini per Amarcord. Invece nel 1975 sono i costumi realizzati da Milena Canonero per Barry Lyndon di Stanley Kubrick. Gli italiani iniziano a fare sempre di più la differenza anche a Hollywood e infatti Giorgio Moroder, nel 1978, vince l’Oscar per la Miglior colonna sonora grazie al film Fuga di mezzanotte di Alan Parker. Nel 1979 Carlo Rambaldi vince nella categoria Miglior effetti speciali per Alien di Ridley Scott.

Un trend che prosegue negli anni’80: nel 1981 Milena Canonero si porta a casa la statuetta per i Migliori costumi per Momenti di gloria di Hugh Hudson e Vittorio Storaro quella per la Miglior fotografia per Reds di Warren Beatty. L’anno seguente Carlo Rambaldi fa ancora centro con gli effetti speciali realizzati per E.T. L’extra-terrestre di Steven Spielberg, mentre nel 1983 e nel 1986 Giorgio Moroder fa doppietta con le colonne sonore di Flashdance di Adrian Lyne e Top Gun di Tony Scott.

Grande protagonista dell’edizione del 1988 è il film L’ultimo imperatore del maestro Bernardo Bertolucci, che conquista ben cinque Oscar: Miglior film (andato al produttore Jeremy Thomas), Migliore regia (a Bernardo Bertolucci), Migliore sceneggiatura non originale (a Mark Peploe e Bernardo Bertolucci), Miglior fotografia (a Vittorio Storaro), Miglior scenografia (a Ferdinando Scarfiotti, Bruno Cesari e Osvaldo Desideri), Miglior montaggio (a Gabriella Cristiani), Migliori costumi (a James Acheson), Miglior sonoro (a Bill Rowe e Ivan Sharrock), Miglior colonna sonora (a Ry?ichi Sakamoto, Cong Su e David Byrne). Nello stesso anno Gianni Quaranta ed Elio Altamura hanno vinto nella categoria Miglior scenografia per Camera con vista di James Ivory.

Infine nel 1989 Manlio Rocchetti conquista l’Oscar per il Miglior trucco per il film A spasso con Daisy di Bruce Beresford.

Passaggi contemporanei

Ci avviciniamo pian piano ai nostri tempi e a momenti che molti di noi si ricordano, più o meno nitidamente. Come dimenticare, d’altra parte, l’emozionante consegna dell’Oscar a Giuseppe Tornatore, Miglior film straniero con Nuovo Cinema Paradiso nel 1990.

Nel 1991 vengono invece premiati i costumi di Francesca Squarciapino per Cyrano de Bergerac di Jean-Paul Rappeneau. Si arriva al 1992 e ad altre belle soddisfazioni per il cinema italiano: Pietro Scalia è Miglior montaggio per JFK di Oliver Stone, ma soprattutto Mediterraneo di Gabriele Salvatores è Miglior film straniero.

Seguono altre annate di premi tecnici: Luciana Arrighi Miglior scenografia per Casa Howard di James Ivory (1993) e Gabriella Pescucci Migliori costumi per L’età dell’innocenza di Martin Scorsese (1994).

Il 1999 è l’anno de La vita è bella di Roberto Benigni, che conquista tre Oscar: Miglior film straniero, Miglior attore (a Roberto Benigni) e Migliore colonna sonora (a Nicola Piovani).

A inaugurare gli anni 2000 ci pensa Pietro Scalia con l’Award per il Miglior montaggio di Black Hawk Down di Ridley Scott (2004). Nel 2005 Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo vincono per la Migliore scenografia di The Aviator di Martin Scorsese.

Nel 2006 Milena Canonero è di nuovo Premio Oscar per i costumi di Marie Antoinette di Sofia Coppola e Dario Marianelli vince per la colonna sonora di Orgoglio e pregiudizio di Joe Wright.

Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo vincono l’Oscar per la Migliore scenografia nel 2008 e nel 2012, rispettivamente per Sweeney Todd di Tim Burton (2008) e Hugo Cabret di Martin Scorsese (2012). Nel 2010 è la volta di Mauro Fiore, Miglior fotografia per Avatar di James Cameron e di Michael Giacchino, Migliore colonna sonora per Up di Pete Docter.

 

Successi dell’ultimo decennio

Negli ultimi dieci anni non sono mancate le gioie per il cinema italiano. A darle è stato in primis Paolo Sorrentino, vincitore nel 2014 dell’Oscar per il Miglior film straniero con La grande bellezza.

Successivamente sono stati premiati: Milena Canonero per i costumi di Grand Budapest Hotel di Wes Anderson (2015), Ennio Morricone per la colonna sonora di The Hateful Eight di Quentin Tarantino (2016), Gianluca Dentici con MPC E WETA per i migliori effetti visivi de Il libro della giungla di Jon Favreau (2017), Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini Miglior trucco e acconciatura per Suicide Squad di James Gunn (2017).