25/10/2018

Alla Festa del cinema di Roma arrivano le dark queen

Elena Goretti
A cura di Elena Goretti
Pubblicato il 25/10/2018 Aggiornato il 25/10/2018

Sigourney Weaver, icona del film Alien e Ghostbuster, e Claire Foy, interprete della hacker tatuata Lisbeth Salander nel nuovo capitolo della saga Millennium hanno stregato il pubblico della Festa del cinema di Roma

Sigourney Weaver Red Carpet - 13th Rome Film Fest

Le attrici con i volti più innocenti sono quelle che più intrigano i registi visionari, che le scelgono per i loro film e poi le trasformano nel loro esatto contrario. Fu così per Sigourney Weaver che nel 1979 fu voluta da Ridley Scott per “quella sua espressione un po’ così, ingenua e spaventata”, e poi messa a interpretare il tenente Ellen Ripley destinato a fronteggiare il mostro deforme di Alien.

Una scelta azzeccata visto che, dopo quasi 40 anni di carriera e oltre 50 film (tra cui 4 Alien) girati, la Weaver è ancora ricordata per quel ruolo.

Ieri è “sbarcata”alla Festa del Cinema di Roma preceduta dalla sua stessa fama di regina, anzi “imperatrice” del cinema di fantascienza (considerando l’abito da antica romana che ha sfoggiato sul red carpet). Nel suo metro e ottantadue di altezza ha “stregato” tutto il pubblico accorso per un selfie lungo il tappeto rosso e per l’Incontro ravvicinato con il direttore Antonio Monda.

Alta e cattiva?

«Sono sempre stata più alta dei produttori e registi che ho incontrato» ha raccontato durante l’intervista «così non mi hanno mai vista come la “fidanzatina” di turno. Insomma, mi piacevano le love story, ma evidentemente non avevo il fisico giusto per interpretarne una. Una donna della mia altezza non poteva suscitare interessi amorosi, doveva essere per forza un po’ cattiva».

Giustiziera punk

E sempre a proposito di “regine”, alla Festa di Roma ieri è stata la volta anche di Claire Foy, l’amata protagonista delle prime due stagioni della serie tv The Crown, arrivata per presentare il film Millennium – Quello che non uccide (al cinema in Italia dal 31ottobre in prima mondiale), quarto capitolo della saga creata dallo scrittore svedese Stieg Larsson e poi presa in eredità dal giornalista e scrittore David Lagercrantz. Anche in questo caso, il suo volto innocente e dolce è stato trasformato dal regista Fede Álvarez per diventare quello serio, rabbioso e vendicativo di Lisbeth Salander, la hacker punk con un passato di violenze già interpretata nei precedenti film tratti dalla saga da Noomi Rapace e Rooney Mara. «Lisbeth è straordinaria perché non è simpatica, attraente o amabile» ha detto la Foy: «è un personaggio complesso, profondo, con così tanti problemi che non puoi mai entrare completamente dentro di lei, perché ha un universo infinito. È così forte che può affrontare un uomo più grande di lei e batterlo perché è più rapida e intelligente. Lisbeth graffia e fa tutto per resistere. Non puoi abbatterla».

Un’ispirazione per Halloween

E allora se siete ancora in dubbio sulle maschere gotiche da indossare per la notte di Halloween della prossima settimana, prendete ispirazione: quale miglior personaggio gotico di Lisbeth Salander con la sua felpa nera, il tatuaggio di drago sulla schiena, i piercing e il taglio nero cortissimo? O, per ricordare i mitici ruoli dark di Sigourney Weaver, cosa meglio di Ellen Ripley in Alien, con la tuta della stazione spaziale Nostromo e il fucile lanciafiamme, o di Dana Barrett posseduta dal fantasma Vigo il Carpatico in Ghostbuster II?