23/11/2018

Al Torino Film Festival si parla di donne con Equilibra

Lucia Fino
A cura di Lucia Fino
Pubblicato il 23/11/2018 Aggiornato il 25/11/2018

La storica azienda, sensibile ai temi sociali, ha contribuito al restauro del film “Processo a Caterina Ross”: una storia attualissima di “caccia alle streghe”

equilibra

Equilibra, ancora una volta vicina al mondo delle donne e contro la violenza. Questa volta la cornice è d’eccezione: il Torino Film Festival dove un film d’autore, restaurato, diventa il simbolo della difesa del femminile.

Un film per parlare di violenza contro le donne e ridare voce a tutte le vittime.

Il premio

Equilibra, storica azienda italiana leader nel mercato degli integratori, consegnerà domenica 25 alle 14,30 al Torino Film Festival, che sostiene per il terzo anno consecutivo, il premio Equilibra per il benessere sociale alla regista Gabriella Rosaleva, per il suo film Processo a Caterina Ross. Un modo originale per parlare di un tema importante, la violenza contro le donne, attraverso le emozioni che il cinema può dare. Un’altra iniziativa che si aggiunge a quelle che Equilibra porta avanti con “A scuola di rispetto”, un progetto per insegnare ai ragazzi delle scuole medie e superiori a rispettare le compagne e alle ragazze a non diventare vittime in nome dell’amore (www.equilibrabenesseresociale).

Dopo la premiazione ci sarà un intervento sulla condizione femminile della “filosofa del tempo” Angela Condella dell’Università di Torino.

Una pellicola sempre attuale

“Processo a Caterina Ross”, che nel 1982 inaugurò la Sezione Giovani, è un film che, innovativo allora, non ha perso nulla della sua attualità e della sua carica drammatica. Restaurato dall’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa, dal Museo Nazionale del Cinema di Torino con il contributo di Equilibra, torna con una speciale proiezione al Festival.

Da una storia vera

Il film racconta la storia (vera!) di una giovane, Caterina (Daniela Morelli), che nella Svizzera italiana del 1697 (ricostruita a Milano in un capannone della Bovisa, che regala alla pellicola un’atmosfera surreale) viene arrestata con l’accusa di stregoneria. Sarà torturata e messa a morte dall’Inquisizione sulla base di false prove. Un episodio di violenza che diventa il simbolo, senza tempo, del sopruso contro tutte le donne, colpevoli solo di essere diverse e più deboli.