01/03/2023

Milano Fashion Week Autunno-Inverno 2023/2024: tra viaggi e sostenibilità

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 01/03/2023 Aggiornato il 01/03/2023

Collezioni ispirate da terre (più o meno) lontane hanno impreziosito la Milano Fashion Week, promettendo di farci sognare ad occhi aperti anche il prossimo Autunno-Inverno, senza mai perdere di vista un approccio green

MFW A-I 2023-2024 - BUDAPEST SELECT

Tra le fonti di ispirazione maggiore che hanno mosso la creatività dei designer nella prospettiva dell’Autunno-Inverno 2023/2024 c’è stata sicuramente la dimensione del viaggio. Il riferimento a terre (più o meno) lontane, nei tessuti come nel mood, è ben chiaro nelle collezioni di alcuni brand che ci hanno affascinato e fatto sognare: siamo sicure che, indossando quei capi, ci sentiremo ancora più cittadine del mondo. E attenzione agli outsider, la cui voglia di osare potrebbe facilmente contagiarci.

Chi ama viaggiare solitamente ha anche rispetto dell’ambiente circostante, quindi un capitolo a parte meritano i brand che hanno messo l’accento sulla sostenibilità.

Gira la moda… e il mondo

La prima tappa del nostro viaggio è la Cina, con la collezione Autunno-Inverno 2023/2024 di SARAWONG che ha preso ispirazione dalla cultura di Suzhou, bilanciando l’eleganza delicata dell’architettura dei giardini di Suzhou con la bellezza smorzata dei costumi dell’opera del Kunqu (inserita dall’UNESCO tra i capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità dal 2001). La collezione si muove tra elementi floreali e dettagli dei costumi Kunqu come frange colorate, spalle a nuvola, patchwork di tessuto per rendere omaggio alla cultura tradizionale cinese e ricreare la quinta essenza della bellezza della cultura Jiagnan, un’area geografica della Cina che fa riferimento alle terre prospere immediatamente a sud del corso del Fiume Azzurro. La palette di colori? Spazia dal rosa dei fiori di ciliegio al giallo tenue.

Si rimane in Cina con RICOSTRU, la cui collezione intitolata Reconstruction of the Ancient Path è ispirata all’Antica Via del Tè e dei Cavalli, risalente a mille anni fa e presenta un sito archeologico che trascende il tempo. Pensando al processo di restauro architettonico, la designer Rico Manchit Au ha suddiviso la collezione in 4 parti progressive e interconnesse: Conservazione, Dialogo, Rinnovamento, Ricostruzione.

Si spostiamo poi dal Marocco all’India con la collezione di Martino Midali, che si nutre di suggestioni etniche e contaminazioni, dalle quali nascono outfit multistrato, combinazioni di tessuti diversi, fili mixati che disegnano i volumi e le forme fluide tante care allo stilista. Tra i capi must have troviamo abiti effetto tunica, maglie a tricot e cappotti in lana spettinata che dialogano con lunghissime scarf super-avvolgenti che regalano dinamismo. E ancora: cappucci che spuntano su silhouette e spazio per la velata delicatezza dello chiffon nei due pezzi impalpabili insieme a un flash in nobile e cangiante velluto. Tinte forti si alternano a toni classici come nero, grigio, marrone e bruciato.

È un viaggio ancora più ampio quello in cui ci conduce la collezione di Loro Piana. La prima tappa è il Perù, con forme leggere e fluide in una fusione di lini mescolati con cashmere e CashDenim. Si vola poi in Nuova Zelanda, con le sue tonalità naturali, i marroni e i greci che si sposano a capispalla in lana e pelle, ma anche in abiti mélange con un tocco leggermente formale. Maglie oversize abbinate a tartan portano il viaggio in Australia, con capi dall’attitudine comoda e disinvolta. La destinazione finale è la Mongolia: qui shearling e maglie e nei toni del pile naturale fanno entrare un’atmosfera decisamente invernale.

Outsider da colpo di fulmine

Il bello della Milano Fashion Week è che ti permette anche di scoprire talenti provenienti da tutto il mondo, le cui creazioni sono in grado di lasciarti davvero a bocca aperta.

Per esempio, grazie alla nona edizione del progetto Budapest Select, abbiamo avuto modo di scoprire dei designer ungheresi veramente interessanti che si muovono tra tradizione e futuro, giocando con stili, tagli (spesso asimmetrici) e palette cromatiche che vanno dal nero ai colori più vivaci. Parliamo dei brand Unreal Industries, Pinetime Clothing, Zsigmond, Abody, Cukovy, Kata Szegedi e TheFour.

Invece grazie all’agenzia Emerging Talents Milan abbiamo avuto modo di scoprire altri talenti del fashion design mondiale e di ammirare le nuove collezioni di Claudia Bertolero, Laveau e Gianluca Alibrando, oltre alle nuove collaborazioni con Aida Musinovic, Samir Kerzabi e Xenofon Dritsoulas. Ogni collezione rappresenta un mondo a sé, ricco di suggestioni e fascinazioni. A unirle come un fil rouge la sostenibilità, l’artigianalità e l’innovazione.

Elegante sostenibilità

Il noto brand ATSUSHI NAKASHIMA rinasce con uno sguardo attento alle problematiche ambientali portando alla realizzazione di Circularity Project, la cui mission è quella di creare abiti di elevato design con pezzi di recupero delle collezioni d’archivio, usando poi materiali prevalentemente riciclati e PLA acidi polilattici di derivazione vegetale. Inoltre gli ultimi look si serviranno di chip NFC (Near field communication) come digital touch point.

Invece Alberto Zambelli, con la sua collezione In – Finitum, rilegge il tailoring Hand Value oltre il formale che preserva il principio etico sociale ed ambientale, attraverso l’utilizzo di materiali naturali certificati e filati di riciclo.