11/06/2015

Zumba step – party in palestra

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 11/06/2015 Aggiornato il 11/06/2015

Sempre più allenante e divertente: le coreografie del nuovo corso si eseguono a suon di musica salendo e scendendo dal “gradino”

zumba step

Quindici milioni di appassionati nel mondo frequentano i corsi di Zumba. Se si chiede quale sia il punto di forza di questo allenamento, le risposte più comuni sono “perché è divertente”, “perché è pieno di grinta, ritmo ed energia”, “perché è facile e sempre diverso”.

In effetti, la formula messa a punto nel 2001 dal ballerino e istruttore di aerobica colombiano Beto Perez è un coinvolgente mix di fitness e danza, con un susseguirsi di mini-coreografie accompagnate da scatenati ritmi caraibici e internazionali. Con il lancio di Zumba Step, ora è un vero “party” in palestra.

A differenza dello step classico, qui non c’è nulla di difficile, non occorre concentrarsi per memorizzare lunghe sequenze e ognuno esegue i passi come si sente di fare, senza per questo rendere meno efficace l’allenamento.

Si passa dai ritmi latini e caraibici, con salsa e bachata, merengue e cumbia, alle danze arabe, dalle musiche del folklore messicano o spagnolo ai brani pop.


A ogni brano corrisponde una sequenza di passi e spostamenti su-e-giù dallo step che assecondano il ritmo e abbina esercizi tipici del fitness a qualche spunto più dance, con facili gesti delle braccia ispirati allo stile musicale in sottofondo. Alla fine del brano si cambia musica, in ogni senso: altro stile, altri passi, altra mini-coreografia.

Coreografie semplificate

La prima fase della lezione, un breve riscaldamento, prepara soprattutto la muscolatura delle gambe, con spostamenti laterali davanti e intorno allo step e con salite e discese dalla pedana. Poi si parte con la “fase Zumba”.

Una buona metà dei passi si esegue a terra, gli altri in appoggio sullo step oppure salendo e scendendo da quest’ultimo. Gli squat, i knee-up, gli slanci delle gambe sono facili da inserire nelle sequenze. Quanto ai passi-base dei vari stili di danza, sono “tradotti” in una versione da palestra: ad esempio il movimento tipico della salsa è diventato un su-e-giù dallo step, quello del flamenco è un affondo laterale, con un piede in appoggio sullo step e l’altro a terra.

Però si suda

Ai passi e agli spostamenti dinamici vengono combinate aperture, ondeggiamenti o estensioni ritmiche delle braccia, che conferiscono all’esecuzione un aspetto più “dance”.

Insomma, la sensazione che si ha è quella di “ballare” sempre, senza quasi accorgersi che le ripetizioni dei gesti richiedono un importante lavoro muscolare, specie per le gambe e i glutei. Si suda, non c’è dubbio, ma l’ora di allenamento vola via.