22/11/2017

Yoga e musica: l’unione fa la forza. E accresce il benessere

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 22/11/2017 Aggiornato il 05/02/2018

L’esecuzione di asana e sequenze con un sottofondo musicale può costituire il primo passo verso la pratica accompagnata da suoni inconsueti, ma tipici della più antica tradizione indiana, come quello del respiro o della recita dei mantra

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Non tutte le scuole di yoga sono concordi, specie quelle più “puriste” e “ortodosse”, ma la musica può essere una componente importantissima nella pratica dell’antica disciplina olistica indiana. Fin dalle origini, infatti, l’esecuzione di asana e sequenze ha insita un’energia sonora fortissima, che deriva sia dal ritmo del movimento e del respiro, sia dai mantra (formule rituali recitate o cantate), sia da fonti sonore “esterne”, come le campane tibetane o gli strumenti musicali tradizionali.

I suoni hanno il potere non solo di indurre tranquillità e calma, ma anche di riarmonizzare e riequilibrare l’intero organismo.

Si comincia con un sottofondo soft

L’insegnante Paola Lucchesi ritiene che la musica sia il primo passo per introdurre i neofiti dello yoga al contatto con i suoni, che già nell’antichità avevano un ruolo fondamentale. Nel Vinyasa yoga, in particolare, che prevede una fluida concatenazione di posizioni, con un movimento armonioso simile a una danza, è molto utile accompagnare l’esecuzione con un sottofondo musicale a volume non eccessivo. Il suo ruolo non è quello di “distrarre” dalla fatica, come si potrebbe credere, ma di aiutare a concentrarsi di più e a entrare in contatto con la parte più profonda di sé, ascoltandola e ricavando un proprio spazio di benessere.

Dalla musica melodica ai mantra

I brani della colonna sonora per una lezione possono essere di vario genere: musica melodica o vocale più o meno soft, pezzi ad hoc in cui vengono cantati dei mantra, addirittura brani contemporanei di successo: in ogni caso, il sottofondo musicale aiuta sempre a lasciarsi andare, ad abbandonarsi, a eseguire il movimento in modo più fluido e morbido. Ci sono perfino pezzi creati espressamente per le fasi finali di una lezione, quando si esegue Savasana, la posizione del cadavere: sono brani a base di suoni dolci e ipnotizzanti derivati dalla natura, come quello del mare o della pioggia, che facilitano il rilassamento. Avvolti e cullati dalla musica, anche i principianti si preparano gradualmente a suoni vibrazionali più ortodossi ma un po’ inconsueti, come quello del respiro o quello dei mantra.

Ecco i capi giusti per la pratica: