25/08/2023

Yoga: così la posizione del Loto diventa semplice

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 25/08/2023 Aggiornato il 25/08/2023

È un asana utilizzato di per sé, ma anche per tanti esercizi (come quelli di respirazione), nello yoga e in altre discipline meditative. Richiede mobilità articolare ed è più facile con i tips giusti

Yoga - posizione loto

È una delle posizioni delle gambe più conosciute, perché viene assunta non solo nello yoga (dove coincide con un asana vero e proprio) ma anche nel fitness in seno lato e nelle sessioni di mindfulness o di mental coaching. Nell’antica disciplina indiana la posa del Fiore di Loto  (e, per le meno esperte e allenate, quella detta del Mezzo Loto) viene eseguita di per sé, ma è anche usata quando si eseguono esercizi di respirazione (pranayama), mudra, esercizi di concentrazione e di visualizzazione. Poiché si tratta di una posa che può comportare qualche difficoltà, l’insegnante Francesca Cassia ci rivela alcuni tips per affrontarla.

La posizione del Loto necessita di una buona mobilità articolare a livello delle anche e delle ginocchia: per questo può essere preparata con esercizi ad hoc.

Come realizzarla

L’asana, come è noto, è quello in cui siete sedute a terra, con le gambe incrociate e i piedi sovrapposti ciascuno alla coscia opposta. Quando il praticante non ha elasticità muscolare e scioltezza articolare sufficienti per raggiungerla, può sostituirla con il Mezzo Loto (nella foto sopra), in cui le gambe sono incrociate ma un solo piede si sovrappone alla coscia opposta. È una posa che, a prima vista, infonde una grande tranquillità e un forte senso di concentrazione. Per i maestri yogi è essa stessa un mudra, cioè una posizione in cui il corpo assume una posizione chiusa, che crea un “circuito energetico” e favorisce la circolazione dell’energia vitale. Nel caso specifico del Loto, il mudra indirizza l’energia al cervello, regalando equilibrio e concentrazione. Ecco perché la posizione del Loto viene usata quando si effettuano esercizi respiratori o altre forme di training in cui sono richieste centratura, attenzione, capacità di meditazione.

I trucchi degli esperti

Per mobilizzare le articolazioni delle anche, l’esperta suggerisce di sedersi a terra con le gambe tese in avanti e di lasciare cadere all’esterno i piedi: questo primo test consente di valutare le proprie condizioni iniziali, osservando se l’ampiezza dell’apertura dei piedi sia elevata o limitata. Eseguite poi dei movimenti di extrarotazione e di intrarotazione dei piedi, fino a quando la loro ampiezza sarà tale da consentirvi di entrare nel Mezzo loto.

Nella fase in cui il piede (che è flesso “a martello”) si porta sulla coscia opposta, in genere si è portati ad aiutarsi con la mano, afferrando il tallone e tirandolo subito verso il corpo: è sbagliato, perché il ginocchio viene forzato in una posizione che può essere traumatica. Vi sembrerà strano, ma bisogna fare esattamente l’opposto, cioè afferrare il tallone con la mano dello stesso lato del corpo e contrastare la resistenza che si avverte da parte del piede: questo semplice escamotage libera l’articolazione dell’anca, la “apre” di più e facilita l’entrata nella posa. Lo si può adottare per il Mezzo Loto, ma a seguire anche per tentare il Loto completo. Per posizionare la seconda gamba, è utile anche un movimento di flessione del ginocchio al petto, per poi lasciare che il piede scivoli sulla coscia opposta e raggiunga la posizione corretta.

Senza l’aiuto delle mani

Gli yogi “veri” e più allenati sono in grado di assumere la posizione del Loto senza l’aiuto delle mani. Alle meno esperte sembra un gesto da contorsionisti, ma sappiate che alcune scuole di yoga tradizionali insegnano anche a eseguire l’asana in questo modo: il segreto è provare nella posizione della Mezza Candela, perché tenendo le gambe in scarico tutta la sequenza risulta più agevole. Provare per credere.