13/06/2025

Yoga: con un affondo in torsione impari ad affrontare i cambiamenti

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 13/06/2025 Aggiornato il 18/06/2025

È un lavoro che abitua a trovare stabilità fisica, ma anche emotiva, e a non temere le sfide, sul tappetino come nella vita

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Nello yoga sono frequenti le interpretazioni metaforiche che i maestri, fin dall’antichità, associano ai vari asana: negli insegnamenti della tradizionale disciplina indiana, infatti, ogni esercizio, ogni sperimentazione, ogni tentativo di assumere una posa e di mantenerla può essere letto per la sua valenza allenante, ma anche per i benefici mentali che regala. Come racconta l’insegnante Francesca Cassia, ci sono posizioni in cui il legame fra il lavoro fisico e quello sulla sfera psicoemotiva è strettissimo: è il caso di Parivrtta Anjaneyasana, l’Affondo in torsione (gli americani lo chiamano Revolved lunge pose).

Il mantra che può accompagnare questo asana è “Attraverso la rotazione, rivedo chi sono. Attraverso la stabilità, ritrovo la mia direzione”.

Forza e leggerezza

L’esperta ci spiega in modo semplice e pragmatico che cosa questo significhi. L’asana prevede un affondo laterale, come quello del conosciutissimo Guerriero II, a cui si aggiunge un lavoro di torsione della parte superiore del corpo: il busto ruota e il petto si rivolge verso la gamba piegata, una mano si appoggia al suolo e l’altro braccio si apre verso il cielo, esteso.

Dal punto di vista propriamente fitness, l’Affondo in torsione rinforza le gambe, il core, allunga i flessori dell’anca. Ma non è solo esercizio di forza, anzi, combina la forza alla leggerezza: «È una posizione che non mente: ti mostra dove sei rigido, dove puoi ammorbidire e quando sei pronto a cambiare direzione» sottolinea Cassia, spiegando che è un invito a trovare equilibrio nel movimento, a cercare stabilità anche quando il corpo si apre in una posa inconsueta. La forza che nasce dal radicamento, dalla stabilità con cui i piedi sono ben piantati a terra, diventa una spinta che parte dal basso per portare il praticante a ruotare una parte del corpo e a guardare verso ciò che ancora non conosce. La torsione lavora sulle emozioni trattenute nel plesso solare, le libera, e a poco a poco il controllo del movimento si trasforma in fiducia.

Per i momenti di cambiamento

Metaforicamente, quindi, Parivrtta Anjaneyasana è un esercizio che insegna a trovare equilibrio e tranquillità quando si affronta un cambiamento. «Le gambe diventano radici, il busto si avvita come un ramo che segue la luce e, durante la tenuta, ogni respiro allunga la colonna vertebrale, ogni espirazione lascia andare ciò che appesantisce» descrive l’esperta. È proprio la valenza psicoemotiva a prevalere su quella strettamente fisica: l’esecuzione va vista come una porta che si apre, come la capacità di “ritrovarsi” anche in mezzo alle sfide della vita.