11/11/2022

Yoga: libera le tue potenzialità (e combatti l’invecchiamento) con la Plank laterale

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 11/11/2022 Aggiornato il 11/11/2022

È una posa sfidante ma accessibile a tutte, se eseguita gradualmente, che sfrutta la forza di gravità per stabilizzare le articolazioni: un’azione antiage che migliora anche la mobilità quotidiana

yoga - plank

Siamo abituate a pensare alla forza di gravità come a qualcosa di ostile: ci appesantisce, favorisce il rilassamento e l’antiestetica caduta dei tessuti verso il basso, è perciò in qualche modo responsabile anche del nostro invecchiamento. Invece, come ci racconta l’insegnante di yoga Francesca Cassia, la gravità può esserci anche alleata e va sfruttata a nostro vantaggio. In particolare, è utilissima per rinforzare le articolazioni, con benefici facilmente immaginabili nell’esecuzione agile, sciolta e funzionale di tutti i movimenti quotidiani. C’è in particolare una posa efficace con questo obiettivo: Vasishtasana, la panca laterale.

Se non riuscite a sollevare la gamba superiore verso l’alto, estendendola, potete semplicemente staccarla da quella sottostante e flettere il ginocchio-

Come si esegue

Per l’esecuzione dell’asana, sia nella sua versione più semplice (simile alla  side plank), sia in quella con la gamba superiore sollevata verso il soffitto, lo scarico del peso al suolo avviene su due gruppi articolari: quello della caviglia (la parte laterale del piede è appoggiata a terra) e quello del polso-gomito-spalla (la mano è appoggiata a terra). Viene però coinvolto anche un terzo gruppo di articolazioni, quello delle anche. Infatti piede, mano e bacino spingono tutti e tre attivamente verso l’alto, proprio per contrastare la forza di gravità e per mantenere il corretto allineamento di gambe e busto durante la tenuta. Quando un’articolazione viene caricata e lavora, si rinforza e questo la rende più stabile e più sana. Insomma, Vasishtasana funge da benefica ginnastica articolare.

Una forma di elevazione

La spinta che viene esercitata verso l’alto durante la tenuta viene interpretata dai maestri yogi come un esercizio di elevazione, non solo fisica ma anche spirituale. Non a caso viene attribuita proprio al saggio Vasishta, importante personaggio della tradizione indiana da cui la posa prende nome, una frase emblematica che invita tutti a migliorare: “Tu non sei corpo e mente, tu sei infinito. Tu non sei imprigionato, la tua vera natura è senza limiti. Tu sei questo”.