Sentieri di montagna: impara a sceglierli
La classificazione messa a punto dal CAI stabilisce una scala per distinguere le difficoltà escursionistiche di ogni itinerario, permettendo di riconoscere quelli alla propria portata
Chi ama la montagna sa che le escursioni non devono mai essere sottovalutate: la natura e i sentieri in quota possono riservare imprevisti e spiacevoli sorprese a chi non li affronta con buon senso. Occorre perciò informarsi sempre sulle caratteristiche del percorso che si vuole compiere, studiandolo prima della partenza, individuandone le difficoltà e rapportandole in modo onesto alle proprie capacità fisiche e tecniche. Una volta scelta la gita, ci si deve dotare dell’attrezzatura adeguata al livello di difficoltà del tracciato.
Le guide, le carte topografiche e la segnaletica sul terreno offrono sempre indicazioni precise sul grado di difficoltà dei vari percorsi.
I gradi di difficoltà
Esiste una scala nazionale che permette di valutare in modo preciso e uniforme il grado di difficoltà di un sentiero: l’ha adottata il CAI (Club Alpino Italiano) tenendo conto di alcuni parametri oggettivi, come il dislivello, la distanza planimetrica, gli eventuali passaggi impegnativi dal punto di vista atletico o tecnico-alpinistico.
La sigla T (= turistico) indica itinerari che si sviluppano su stradine, mulattiere o comodi sentieri. Sono percorsi abbastanza brevi, ben evidenti e segnalati che non presentano particolari problemi di orientamento. Le pendenze sono modeste e i dislivelli sono contenuti (di solito inferiori ai 500 metri). Si tratta insomma di escursioni che non richiedono particolare esperienza o preparazione fisica, ma solo il giusto allenamento alla camminata e naturalmente abbigliamento e calzature appropriate.
La sigla E (= escursionistico) indica la maggior parte degli itinerari: su terreni e ambienti naturali diversi, lungo mulattiere, sentieri oppure su tracce di sentieri in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie). Di solito sono segnalati, ma possono avere qualche tratto ripido e impegnativo, oppure passaggi brevi e facili su roccia, che prevedono di aiutarsi con le mani per mantenere l’equilibrio. Richiedono un certo senso di orientamento e un’adeguata esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, oltre a un buon allenamento alla camminata (normalmente il dislivello è compreso tra i 500 e i 1000 metri). L’equipaggiamento deve essere adeguato, con particolare attenzione alle calzature tecniche.
La sigla EE (=escursionisti esperti) indica itinerari non sempre segnalati e che richiedono una buona capacità di muoversi sui vari terreni di montagna, anche instabili e sconnessi. Possono essere sentieri o anche labili tracce che si snodano su terreno impervio o scosceso, con pendii ripidi e scivolosi di erba, roccette o detriti e con presenza di ghiaioni e brevi nevai, superabili senza l’uso di attrezzatura alpinistica, o di tratti esposti, traversi, cenge o passaggi rocciosi con lievi difficoltà tecniche (talvolta attrezzati). Necessitano insomma di una buona esperienza di montagna e di una buona preparazione fisica, con assenza di vertigini, anche perché il dislivello può essere superiore ai 1000 metri. Equipaggiamento ed attrezzatura devono essere adeguati.
La sigla EEA (=escursionisti esperti con attrezzatura) indica gli itinerari che richiedono l’uso di attrezzatura da ferrata (cordini, imbracatura, dissipatore, casco) e che possono essere su sentieri attrezzati o su vere e proprie vie ferrate: qui è necessario saper utilizzare in sicurezza l’equipaggiamento tecnico e avere una certa abitudine all’esposizione e ai terreni alpinistici.
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