26/03/2018

Mondiali di pattinaggio di figura: salti e cadute, vittorie e addii

Elena Goretti
A cura di Elena Goretti
Pubblicato il 26/03/2018 Aggiornato il 18/10/2018

I Mondiali di pattinaggio di figura di Milano hanno offerto un week end ricchissimo di emozioni. E se non ne avete ancora abbastanza il 29 marzo arriva al cinema I, Tonya, che racconta la storia della pattinatrice Tonya Harding

cappellini la notte

Che sport spietato e bellissimo, il pattinaggio: grandi talenti che sfumano in un attimo, nuove leve che si ritrovano lanciate nell’olimpo dei migliori, quadrupli

toeloop che finiscono per terra o performance che riescono come mai è accaduto in allenamento. È stato proprio un weekend all’insegna dei grandi colpi di scena quello con cui si è concluso il Mondiale di pattinaggio di figura di Milano.

Si è cominciato venerdì con l’atteso programma libero femminile e con la sfida a due tra la “nostra” Carolina Kostner – arrivata prima nel programma corto – e la sua “rivale” russa Alina Zagitova, arrivata seconda ma con tutte le intenzioni di portarsi a casa la medaglia d’oro come aveva già fatto con quella delle Olimpiadi. Peccato che invece le “duellanti” abbiamo eseguito due prove piuttosto modeste, finendo a terra rispettivamente una e tre volte nello sconcerto generale del pubblico e della giuria. Risultato: Kostner e Zagitova fuori dal podio con un quarto e quinto posto e medaglia d’oro per la canadese Catelyn Osmond, incredula alla proclamazione dei punteggi.

Medaglia d’oro in sportività per Carolina

Malgrado la sconfitta sulla pista, Carolina si è conquistata però la vittoria più bella nel dopo-gara davanti ai microfoni dei giornalisti, offrendo forse l’esempio più alto di sportività di questo mondiale milanese: «Per me essere qui è comunque un grandissimo successo» ha dichiarato con un sorriso rilassato e sincero. «Ovviamente finire al quarto posto è una piccola delusione, ma questo non cancella comunque un bellissimo mondiale, con la medaglia d’oro per il corto che dimostra che si pattina non soltanto con i salti, ma anche con il cuore e l’eleganza. E’ vero, oggi mi sono mancati i salti ma entrare tra le migliori mi fa chiudere questa avventura con il sorriso».

E gli altri vincitori nelle categorie

Archiviata la giornata (da cardiopalmo) di venerdì, sabato è stata la volta dei due programmi liberi nel singolo maschile e nella danza su ghiaccio. Dopo le sonore cadute (4 consecutive!) dello statunitense Vincent Zhou e del cinese Jin Boyang, rispettivamente in terza e quarta posizione dopo il programma corto, il podio è andato senza alcun intoppo al pattinatore americano Nathan Chen primo con un punteggio record di 219.46, seguito dal giapponese Shōma Uno, già medaglia d’argento olimpica, e dal russo Mikhail Kolyada, che nonostante due cadute è finito sul gradino più basso del podio con solo un punto in meno rispetto ad Uno. Al pomeriggio, gran finale con i danzatori, che hanno appassionato il pubblico del Forum di Assago con acrobazie e coreografie su musiche dei Queen, dei Led Zeppelin, dei Muse, in un’inedita scelta rock. La medaglia d’oro è andata senza particolari sorprese ai francesi Gabriella Papadakis e Guillame Cizeron già primi nel programma corto, l’argento agli americani Madison Hubbel-Zachary Donohue e il bronzo alla coppia canadese Kaitlyn Weaver e Andrew Poje, di appena 23 centesimi più avanti dei nostri Anna Cappellini e Luca Lanotte che, malgrado una delle loro migliori performance, non sono riusciti a guadagnarsi il podio e hanno salutato per l’ultima volta il pubblico (dopo 13 anni di carriera insieme) dicendosi un commovente «grazie per sempre».

Ancora pattinaggio da giovedì al cinema

E se dopo questa quattro giorni di lacrime, salti, piroette e delusioni pensate che vi mancherà il pattinaggio di figura, da giovedì 29 al cinema arriverà il film I, Tonya di Craig Gillespie, storia della pattinatrice americana Tonya Harding accusata nel 1994 di aver architettato insieme all’ex marito l’aggressione fisica che costò il ritiro dalle gare della rivale connazionale Nancy Kerrigan. Un film illuminante (con una straordinaria interpretazione di Margot Robbie) per capire quanto siano realmente “affilate” le lame di acciaio prima di scendere in pista e, per contro, il valore di chi malgrado tutto riesce a perdere e salutare tutti… con il sorriso sulle labbra.