24/02/2024

Escursioni slow sulla neve per boschi e radure. Con una guida

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 24/02/2024 Aggiornato il 24/02/2024

Un ambiente innevato è diverso e più insidioso rispetto a quando è in veste estiva. Per questo è importante farsi accompagnare ad esplorarlo da chi lo conosce

guida alpina

Le discipline slow costituiscono un trend in costante crescita per gli appassionati della neve. Lo testimonia l’annuale rapporto di Skipass Panorama Turismo – Modena Fiere, l’osservatorio italiano del turismo montano invernale, che sottolinea l’altissima percentuale di turisti e fitness addicted che, in quota, si avventurano per sentieri con le ciaspole (12,4% dei consensi, con un +2% nell’ultimo anno) o affrontano gite a piedi più o meno lunghe.

Muoversi con le racchette da neve ai piedi, dove si affonda nella coltre bianca, crea un’atmosfera da “Grande Nord” di assoluto fascino.

Meglio non improvvisarsi esploratori

Paolo Masala, guida ambientale escursionistica associata all’AIGAE (di cui è Coordinatore per la Lombardia e Consigliere nazionale), racconta l’importanza di non improvvisarsi “esploratori” anche in boschi o su tracciati in apparenza facili: non di rado, infatti, turisti che non sono mai stati in montagna si avventurano con incoscienza lungo percorsi in cui, poi, si trovano in difficoltà.

Nell’escursionismo invernale si affronta un terreno che è molto diverso rispetto ai mesi estivi: le basse temperature e le condizioni climatiche sono i primi aspetti da non sottovalutare, per non correre rischi. In quota il meteo cambia rapidamente e non bisogna allontanarsi troppo, se le previsioni non offrono garanzie: la nebbia che cala su un tracciato può far perdere l’orientamento, così come il freddo pungente può procurare anche principi di congelamento alle estremità, se non si è attrezzati con l’abbigliamento e gli accessori giusti. Anche su un percorso senza neve si possono incontrare tratti in ombra, innevati o ghiacciati, in cui è opportuno saper indossare i ramponcini o le catenelle, che non sono ramponi da alpinismo, ma ausili che si applicano alle calzature da trekking invernale e che ogni escursionista accorto dovrebbe sempre avere con sé (o essere invitato a portare nello zaino). L’accompagnatore competente sa farli usare nel modo più opportuno.

Farsi accompagnare da una guida, insomma, permette di godersi la giornata (o le poche ore di gita) con la garanzia di non avere trascurato nessun dettaglio importante e di essere insieme a qualcuno che sa scegliere il sentiero più giusto per chi ha di fronte, o che in ogni caso sa riportarlo a valle e al sicuro.

Per emozionarsi e fare nuove esperienze

Le escursioni organizzate dalle guide non sono solo una scelta volta alla propria sicurezza, ma anche un’occasione di arricchimento. «Ogni gita permette di far respirare l’emozione di camminare lungo un certo tragitto (innevato d’inverno), per boschi, declivi, radure, valli e borghi, riattivando tutti i sensi che la vita tecnologica di città ha un po’ addormentato, cogliendo la presenza di altri esseri viventi, emozionandosi insieme» conclude Masala.