27/10/2025

Acquagym: migliora l’equilibrio in piscina

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 27/10/2025 Aggiornato il 27/10/2025

Cambiamenti di posizione, resistenza dell’acqua, flutti che spingono il corpo: sono tutti elementi peculiari degli esercizi in cui si deve ritrovare stabilità quando si viene sbilanciati. Un training senza il rischio di traumi da caduta

okARENA

Fra le diverse qualità motorie, l’equilibrio è una delle più importanti perché consente di gestire e controllare il corpo in tutti gli spostamenti quotidiani, dandogli stabilità e prevenendo cadute e infortuni ogni volta che si sbilancia. Esistono esercizi specifici per allenare e sviluppare l’equilibrio, ma non solo a secco, come potreste pensare. Paolo Michieletto, master trainer, docente universitario ed esperto di acquafitness, spiega che nella gym in piscina ci sono sequenze di movimenti perfette per sviluppare questa dote fisica.

Il vantaggio di lavorare immerse nell’acqua è la sicurezza: anche qualora ci si sbilanci e si “cada”, l’abbraccio del liquido sostiene il corpo e impedisce di incorrere in seri traumi.

L’esercizio più facile

Per sviluppare l’equilibrio, l’esercizio più accessibile a chiunque è un avanzamento controllato, in pratica un’andatura in avanti, in cui si sollevano le ginocchia a ogni passo come se si volesse scavalcare degli ostacoli. Contemporaneamente si eseguono movimenti delle braccia, in modo che il corpo, cambiando assetto e posizione, venga destabilizzato: le si tiene aperte a croce, poi le si porta tese in avanti, poi tese in alto. Per non perdere l’equilibrio l’organismo mette in atto un continuo coinvolgimento neuromuscolare, quindi non solo una semplice e istintiva attivazione dei muscoli stabilizzatori, ma anche un lavoro cerebrale, con input ben precisi che dal centro arrivano alla periferia. Ed è questo l’aspetto fortemente allenante. Lo stesso esercizio può essere eseguito con andatura all’indietro o procedendo di lato, oppure creando figure diverse con i propri spostamenti (diagonali, motivi a X). Può anche essere variato modificando la profondità dell’acqua (alla vita, al petto, al collo), o ancora intensificato effettuandolo a occhi chiusi. Sono tutti escamotage che accrescono la sollecitazione e richiedono risposte neuromuscolari sempre più precise e complesse.

In appoggio su un piede solo

Un’altra categoria di esercizi che l’esperto consiglia di provare per accrescere l’equilibrio è quella in appoggio monopodalico: mentre si rimane ferme su una gamba sola, l’altra si muove “a pendolo” avanti-indietro, oppure in direzione destra-sinistra, creando instabilità e costringendo a un lavoro di controllo che rinforza i muscoli dell’arto di appoggio e il core, ma che migliora anche le performance del sistema nervoso centrale.

Il ruolo dell’acqua

Per aumentare le sollecitazioni destabilizzanti, il training in piscina offre anche un ulteriore strumento: l’acqua stessa con i suoi vortici. Tutti gli esercizi, infatti, comportano la formazione di flutti intorno al corpo, di cui deve essere contrastata la forza per non “cadere”. Inserire movimenti delle braccia durante le tenute monopodaliche, ad esempio, significa mettere alla prova (e allenare) le capacità dell’organismo di non sbilanciarsi.