22/09/2025

Heat room tra il Pilates e il functional training

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 22/09/2025 Aggiornato il 22/09/2025

Un ambiente caldo e secco, che regala benefici all’organismo, e delle lezioni basate sul Pilates, ma arricchite con principi del functional training e di vari sport: l’esperta spiega i vantaggi di questo nuovo mix

ok credit HEY PILATES

Le sue origini sono negli States e in Italia è appena arrivato. È un allenamento basato sul Pilates e arricchito con principi del training funzionale, che si svolge in un ambiente caldo studiato per amplificare i benefici dell’esercizio: una innovativa Heat room dalle caratteristiche ben precise. Ne abbiamo parlato con Chiara M. Castejon, fondatrice e motore del centro milanese Hey Pilates, che tiene subito a precisare: se avete provato workout ad alta temperatura, come il Bikram yoga o lo Hot yoga, oppure siete amanti della sauna, non lasciatevi fuorviare, è tutt’altra cosa.

L’obiettivo è rendere il corpo più mobile, reattivo e consapevole.

Una sala speciale

La Heat room è una sala in cui un sistema ad alta ingegneria, basato su una tecnologia medicale a infrarossi, mantiene un microclima costante, con una temperatura di 40 gradi e un tasso di umidità del 30%. Studi medico-scientifici comprovano che in queste condizioni, protratte per un arco di tempo determinato, il corpo che svolge esercizio fisico trae una serie di benefici anche funzionali al movimento. La vasodilatazione stimola infatti la circolazione sanguigna, apportando una maggiore ossigenazione ai tessuti, mentre il calore degli infrarossi ha effetto detox e favorisce l’elasticità muscolare, facilitando il training e prevenendo stiramenti e infortuni. Inoltre esistono dati a supporto di un fenomeno chiamato ormesi, cioè un insieme di processi adattativi che l’organismo mette in atto quando è sottoposto a stress piccoli e controllati, diventando progressivamente più resiliente verso stress di maggiore entità: crescono insomma la sua forza e la sua capacità di recupero.

Le lezioni

«Le lezioni non durano più di 45 minuti, cioè il lasso di tempo ritenuto vantaggioso, e il corpo non viene mai stressato in modo estremo o eccessivo. I workout sono studiati proprio per consentire all’organismo di adattarsi, in modo graduale e proporzionale all’intensità crescente del lavoro» spiega Castejon. Se si eccettuano le patologie cardiache e lo stato di gravidanza (su cui non esistono studi correlati al microclima della Heat room), non ci sono controindicazioni. “È però importante bere moltissimo”, specifica l’esperta.

One to one e in gruppo

Nella Heat room, oltre alle sessioni one-to-one con il personal trainer, si svolgono due tipi di lezioni di gruppo con non più di 4 persone (“questo permette di controllare ogni allievo e di personalizzare gli esercizi proposti durante il corso” puntualizza Castejon): Heat flow e Heat burn.

Entrambe si basano sul Pilates a corpo libero e con piccoli attrezzi (come la palla morbida, il circle, il foam roller, ma anche i pesetti da 2 kg) e sono strutturate con un riscaldamento, un picco centrale e un defaticamento. Tuttavia Heat flow è un workout consigliabile anche ai neofiti, perché è più statico rispetto a Heat burn, che è invece più intenso anche dal punto di vista cardio. Heat flow porta sul tappetino tutti i principi del Matwork del Pilates, con gli esercizi classici dai roll-up agli hundred, per migliorare forza e tono, flessibilità, resistenza, stabilità ed equilibrio, controllo e coordinazione. Heat burn è una seduta più ibrida, perché mescola Pilates e functional training, ed è costruita a circuito per far lavorare in sinergia tutto il corpo, con un significativo dispendio calorico.