29/12/2016

Pilates: leg pull per una silhouette armoniosa

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 29/12/2016 Aggiornato il 29/12/2016

Con pochi movimenti e un costante lavoro isometrico, questo esercizio mette in gioco tutto il corpo in modo particolarmente intenso. È quindi adatto se avete già dimestichezza con questa tecnica di allenamento

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Non lasciatevi ingannare dal nome: il leg pull (stirare le gambe) non ha nulla a che vedere con un esercizio di stretching, non è rilassante e non è consigliabile se siete neofite del Pilates. Anna Maria Cova, fisioterapista e fondatrice della CovaTech Pilates School (www.studio-pilates.it), lo descrive infatti come uno dei più completi e intensi del matwork, il training a corpo libero.

La peculiarità dell’esercizio è combinare un lavoro isometrico, cioè costante, con un lavoro dinamico, che prevede l’esecuzione di alcuni movimenti delle gambe: in questo modo gli stimoli allenanti sono diversificati

Quali muscoli lavorano

Grazie al lavoro isometrico, tutta la catena cinetica posteriore viene attivata in modo intenso: lavorano quindi i dorsali, i paravertebrali, i glutei e i bicipiti femorali (la parte posteriore delle cosce), ma anche le braccia, che devono sostenere il corpo. Grazie invece ai movimenti delle gambe, si attivano i flessori delle cosce e i quadricipiti. Gli addominali, come sempre nel Pilates, sono impegnati nel mantenimento dell’equilibrio e della postura corretta.

Come si esegue

Sedute a terra, con le mani appoggiate al suolo appena dietro ai glutei. Sollevate il bacino, spingendo con le mani verso il pavimento, e assumete una posizione con il busto e le gambe (tese) perfettamente allineate. Il collo è leggermente flesso e lo sguardo rivolto in avanti. Inspirate, sollevate una gamba, staccandola da terra, e slanciatela verso il soffitto con due piccoli calci. Il piede è teso. Espirando, riportate la gamba in appoggio con il piede flesso ed eseguite con l’altra gamba. 3 ripetizioni per gamba.

Gli errori da non commettere

Non rilassate mai né i glutei, perché il bacino ricadrebbe verso il pavimento (quindi si spezzerebbe la linea retta formata dal busto e dalle gambe) e nemmeno gli addominali, perché quando viene meno l’appoggio di un piede il bacino tenderebbe a ruotare di lato. Non perdete il controllo delle spalle e, durante lo slancio della gamba, non lasciate cadere all’indietro la testa.

L'esperto consiglia

Per ottenere un’esecuzione corretta e imparare a non sbilanciarvi quando slanciate le gambe, fate precedere agli slanci una fase in cui rimanete solo in contrazione isometrica, con entrambi i piedi in appoggio e il bacino sollevato: così vi abituerete a dosare meglio l’intensità della contrazione degli addominali e dei glutei.