04/08/2015

Orienteering: cos’è e come si pratica

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 04/08/2015 Aggiornato il 04/08/2015

Disciplina nata di recente, l'orienteering (in italiano "orientamento") è uno sport che si pratica immersi nella natura, con solo una cartina e una bussola in mano e tanta voglia di correre nelle gambe

foto-SALOMON

Siete in un bosco, dotate solo di una bussola e di una cartina topografica, e dovete trovare il sentiero giusto per uscirne: ecco gli ingredienti dell’orienteering (in italiano “orientamento”), una disciplina sportiva con radici nordeuropee, approdata nel nostro Paese negli anni Settanta e oggi promossa da una sua attiva Federazione (www.fiso.it). La sfida consiste nel portare a termine un percorso di difficoltà e durata variabile, passando per una serie di tappe intermedie obbligatorie: fra una tappa e l’altra siete voi a scegliere il tragitto che ritenete preferibile, basta che transitiate per i punti di controllo. Vince la gara chi sceglie il tragitto più veloce e arriva prima alla meta.
Come spiega il personal trainer Max Martin, è una sorta di trekking che tutti possono affrontare, con la sola eccezione di chi è totalmente sedentario. Lo spirito, però, è molto più avventuroso, perché sul terreno si incontrano ostacoli imprevisti: un torrente da guadare, il tronco di un albero caduto da scavalcare, un passaggio angusto da percorrere carponi, un tratto roccioso su cui arrampicarsi.

L’orienteering include tre diverse specialità, corsa, mountain bike e (d’inverno) sci di fondo, e le due versioni estive, a piedi o in sella, costituiscono un’opportunità un ottimo allenamento nel verde. Quella a piedi è la più praticata, perché è adatta a qualsiasi età.

Il bello dell’orienteering è che ogni percorso si può interpretare in modi diversi, secondo le proprie capacità ed esigenze: con spirito agonistico e a tutta velocità, o con approccio ludico da passeggiata famigliare nel bosco. In ogni caso, i benefici non mancano:

  1. Fisico più tonico e modellato, con particolari benefici per le “zone critiche” dalla vita in giù, i cui muscoli sono sollecitati in modo costante ma senza sforzi eccessivi.
  2. Consumo calorico e riduzione degli accumuli adiposi, come per tutte le attività aerobiche (quindi direte addio a qualche chilo in eccesso).
  3. Più in generale, oltre ai vantaggi estetici, ci sono quelli sulla salute cardiovascolare, sulla circolazione linfatica (camminare è un’ottima prevenzione per ritenzione e cellulite), sulla mobilità articolare e sulla coordinazione motoria.
  4. Infine, a contatto con la natura, lo stress si riduce e ci si regala una pausa rigenerante.

Come vestirsi?

Vanno bene i classici indumenti da trekking o da running, preferibilmente in tessuti tecnici o comunque capaci di allontanare dal corpo l’umidità della traspirazione. Meglio vestirsi a strati, per affrontare eventuali cambiamenti di clima. Le calzature più adatte sono quelle per le “gare d’avventura”: in pratica, modelli da trail running o da trekking leggero, con suola dotata di grip e capaci di asciugare rapidamente se si percorrono tratti nell’acqua.

You need

Una bussola, per non perdere l’orientamento nemmeno nelle situazioni più avventurose. Nella foto il modello Quechua C300 (euro 13,45 da Décathlon)

Quechua-C300-bussola