29/04/2022

Odaka yoga per imparare ad accettarsi come si è

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 29/04/2022 Aggiornato il 29/04/2022

I fondatori di questo stile di yoga raccontano come la pratica insegni a diventare “guerrieri”, ma non per aggredire o giudicare, bensì per accettare e includere

Odaka yoga - accettarsi

Alzi la mano chi è davvero soddisfatta di sé. Forse le mani alzate non sono moltissime, perché tutte siamo giudici impietose del nostro corpo, del nostro modo di essere, dell’approccio che abbiamo alla vita. Insomma, piacersi è un lusso. Lo yoga può essere un percorso di accettazione di sé e, in particolare, questo obiettivo ha un peso importante nell’Odaka yoga, uno stile contemporaneo che fa della fluidità e della capacità di adattarsi i suoi punti fermi. Lo raccontano gli ideatori, Francesca Cassia e Roberto Milletti, nel volume “Odaka yoga. La via del guerriero di gentilezza”, edizioni Amazon Publishing.

C’è uno stretto legame fra ciò che accade sul tappetino e ciò che accade nella vita: per questo lo yoga offre insegnamenti che si applicano anche agli eventi quotidiani.

Più gentili con se stessi

La pratica yoga è un viaggio che porta a conoscersi meglio, a scoprire le proprie potenzialità e ad affrontare le proprie mancanze. Sul tappetino si impara a superare difficoltà e timori di esecuzione che riflettono, nel microcosmo di un allenamento, tutti gli ostacoli della vita. Scoprendo le proprie fragilità e imperfezioni si impara ad accettarsi, ad accogliere anche ciò che non piace di sé: in una parola, a essere più gentili con se stessi.

La fluidità delle onde

L’Odaka yoga si ispira al moto incessante delle onde del mare, che aggirano e abbracciano gli scogli che incontrano, continuando così il loro corso con fluidità. Anche sul tappetino il corpo non deve irrigidirsi: di fronte a una posa o a un movimento che appare inaccessibile, è meglio fermarsi e non insistere, trovare altre strade per tentare di eseguirlo. La pratica rende più morbidi e abitua a non opporre resistenza agli scogli (e dunque alle difficoltà), come è importante fare sempre nella vita: resistere significa fare uno sforzo inutile, adattarsi ed essere resilienti significa invece trovare altre vie per la soluzione dei problemi. In questa sua peculiarità l’Odaka yoga fa suoi gli insegnamenti zen e quelli delle arti marziali orientali, che non puntano sull’aggressività ma allenano l’energia interiore: valorizzare le proprie peculiarità, scoprire ed accettare i propri limiti e non demordere.

Disinnescare la propria parte oscura

I due insegnanti assicurano che questo tipo di esercizio porta, automaticamente, a essere più gentili anche con gli altri, perché riconoscere e accettare anche la propria parte oscura, ombrosa, sgradita significa disinnescarla, renderla meno potente, smettere di combatterla. E solo chi accetta se stesso è capace di accettare anche gli altri, senza aggressività e inutili contrasti. Il “guerriero di gentilezza” incarna la pratica dell’Odaka yoga, che insegna a non combattere (con inutile dispendio di energie) ma ad adattarsi e assecondare sempre ciò che la vita pone sul nostro cammino.