12/03/2018

Garuda contro il mal di schiena

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 12/03/2018 Aggiornato il 19/04/2018

Ѐ un’evoluzione di più discipline, come yoga, tai chi e Pilates, che ne rielabora movimenti e sequenze secondo i principi di funzionamento della fascia muscolare

garuda

Deve i suoi natali a un ballerino e coreografo di origine indiane, James D’Silva, da sempre dedito allo yoga e al Pilates, che ha messo a punto la disciplina con l’obiettivo di dare sollievo alle sue ernie lombari, per evitare di sottoporsi a un intervento.

Da questa necessità, nasce il Garuda, una tecnica olistica che partendo da linee energetiche e fasciali, si concentra sulla mobilità articolare e sulla concentricità ed eccentricità dei movimenti, con particolare attenzione alle spirali.

Il corpo si muove in maniera intelligente e funzionale, gli esercizi sono pensati e studiati per creare spazio nelle articolazioni e le sequenze combinano forza, flessibilità, resistenza e dinamismo. Laura Trevisani, insegnante e unica formatrice per l’Italia con studio a Ferrara (www.garuda-italia.it), ci spiega virtù e benefici di questa pratica.

Ispirazioni e contaminazioni

Il Garuda attinge e fa evolvere alcuni esercizi di yoga e Pilates con la fluidità del tai chi, includendo la danza e movimenti a spirale tipici del gyrotonic (che si basa sul concetto di attività fisica multidirezionale).

Il concept

Il principio sul quale si fonda la disciplina è considerare il corpo come se fosse un percorso fasciale, dalla testa alla punta dei piedi. La fascia muscolare è considerata alla stregua di una pellicola, che avvolge il corpo in più strati e lo connette nella sua globalità. Ciò significa che per dare sollievo, per esempio, a una zona della schiena, il Garuda si prende cura con i suoi esercizi anche delle regioni corporee connesse.

La sessione

Il primo step è la respirazione, un momento fondamentale attorno al quale si focalizza tutta la lezione. Gli esercizi sono una progressione, da semplici diventano complessi e la fine di uno coincide con l’inizio dell’altro, proprio come nel gioco della costruzioni che facevamo da bambini. La particolarità di questo training è proprio non avere pause tra un movimento e l’altro. La fase conclusiva prevede poi altri esercizi di respirazione, per portare corpo e mente a uno stato di calma.

A corpo libero e non solo

Le lezioni, della durata di 55 minuti (se ne consigliano due la settimana), possono essere singole oppure di gruppo e prevedere l’utilizzo di alcuni attrezzi, quali sbarra, sgabello, foam roller (un tubo in gommapiuma grande e spesso), mattoncini, elastici e anche la macchina Garuda, uno speciale attrezzo simile alla cadillac/reformer del Pilates, che consente infinite possibilità di movimento. La macchina Garuda fonde tutte le macchine del Pilates (cadillac/chair/reformer), con una particolarità: il carrello può essere “splittato” (separato) in due e permettere di eseguire esercizi che hanno come scopo principale la mobilità.