26/10/2023

Fitness, cerchi la performance o il benessere mentale?

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 26/10/2023 Aggiornato il 27/10/2023

Per esplorare il mondo dello sport e i suoi benefici, occorre cambiare la mentalità e concentrarsi non tanto sulla prestazione atletica, quanto sulla sensazione di stare bene. Lo mostra una ricerca

Fitness: performance o benessere?

Un recente studio, condotto lo scorso agosto da Onepoll tra gli italiani che con fanno attività sportiva, ha fotografato il mood che tiene le persone lontane dal fitness ed è stato fonte di non poche sorprese. Asics, storico brand attento ai benefici dell’attività motoria, ha analizzato i risultati della ricerca. L’87% degli intervistati ammette di essere a conoscenza dei benefici che lo sport ha sul benessere mentale e il 41% di avere conosciuto persone alle prese con squilibrio psicoemotivi: ciò non costituisce però una motivazione sufficiente per abbandonare il divano e i sedentari rimangono tali.

La cultura dello sport è ancora troppo ossessionata dalla performance, una condizione che contribuisce a scoraggiare le persone dal praticare esercizio.

I motivi della rinuncia

Alla domanda su quali siano le ragioni per cui non vanno in palestra, il 46% degli interpellati affermano di sentirsi in imbarazzo, perché ritengono di non corrispondere al “tipico” soggetto che si allena abitualmente. L’81% crede che la frase “no pain, no gain” (senza sofferenza non c’è risultato) sia ancora il cardine dell’approccio al training abituale e il 38% rivela che i contenuti che esaltano l’attività fisica sui social media fa sentire falliti e inadeguati prima ancora di cominciare. Addirittura il 65% degli italiani pensa che potrebbe iniziare la pratica sportiva se i protagonisti delle pubblicità sportive fossero individui comuni, anziché atleti perfetti e vincenti. Addirittura il 75%, però, vorrebbe avere più fiducia in sé per cominciare a fare movimento.

Personal best

Per invertire il trend e cambiare questa mentalità, è importante ridefinire il modo in cui si intende il concetto di “personal best”. Il proprio personal best non deve essere considerato un risultato sportivo concreto, ma deve essere piuttosto la consapevolezza che l’attività fitness fa stare bene, e “best” va inteso in questa accezione. Lo sottolinea il vicepresidente di Asics EMEA Gary Raucher: “L’industria dello sport evidenzia da anni che l’unica cosa che conta è ottenere un tempo più veloce, una distanza più lunga, un punteggio più alto e fare più ripetizioni. Le nostre ricerche dimostrano che l’effetto è inverso e che questo crea invece una cultura intimidatoria che allontana dall’esercizio fisico. Lo sport e l’esercizio fisico fanno bene sia al corpo che alla mente e bisogna celebrarne i benefici, perché un personal best non è un numero, è una sensazione”.

Sì alla condivisione

Volete mettervi alla prova, esplorando questo modo olistico di guardare all’allenamento? L’invito è condividere sui social le immagini del proprio personal best, che sia una breve passeggiata, una partita di calcetto con gli amici o la prima lezione di yoga. Per ogni immagine condivisa con l’hashtag #NewPersonalBest fino al 10 dicembre, Asics devolverà 5 euro all’associazione di beneficenza per la salute mentale Progetto Itaca.