03/03/2018

Danza sensibile, per muoversi in libertà

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 03/03/2018 Aggiornato il 03/03/2018

Non sono corsi di ballo, in cui si imparano dei passi a ritmo di musica, ma un’esplorazione su come ci si può muovere con creatività senza vincoli o schemi rigidi

Danza sensibile

E’ una forma di danza, ma non va intesa in senso tradizionale. Qui non si imparano passi di ballo, da eseguire a ritmo, ma ci si concentra su se stessi, si ascolta il proprio corpo e il modo in cui esso si muove, si libera ciò che si sente dentro e ci si apre a nuove potenzialità espressive. Si chiama Danza sensibile e l’ha ideata un ballerino e coreografo francese, Claude Coldy (www.danzasensibile.com).

La danza sensibile è adatta a tutti. Si comincia con corsi e seminari, spesso organizzati nella natura, poi ci si ritaglia uno spazio di pratica a casa propria. Perché si scopre una nuova armonia psicofisica, si diventa più agili, creative, equilibrate.

Per ritrovarsi

Come ci spiega l’esperto, la vostra postura, il modo di muovervi, di atteggiarvi, di compiere i più svariati gesti dipende dalla vostra storia personale. Il fisico si adatta ad ogni esperienza e le emozioni, le ansie, gli stress, le tensioni interne si riflettono anche sul corpo, condizionandolo nel suo rapporto con il mondo esterno, a volte creando blocchi e contratture, limitandolo.
Attraverso l’ascolto del corpo, la danza sensibile vi aiuta a “ritrovarvi”, risveglia sensazioni assopite, scarica e rilassa le tensioni, vi mette in comunicazione con il mondo e con gli altri.

Il lavoro di gruppo si svolge in tre step

  1. L’ascolto vi fa esplorare ciò che siete: sdraiate a terra, ascoltate la respirazione, gli appoggi, ogni messaggio del corpo. Poi il lavoro avviene a coppie, perché il contatto reciproco fa percepire movimenti, palpiti e insegna qualcosa sulle potenzialità motorie ed espressive individuali (anche sulle proprie).
  2. Durante la fase di mobilizzazione, vi spostate nello spazio, mettendo in gioco le varie parti del corpo con gesti molto semplici. Non c’è automatismo, come nelle ripetizioni degli esercizi in palestra, ma concentrazione su ogni atto motorio, che viene “vissuto” con consapevolezza. Il lavoro avviene a terra, spostandosi sul pavimento, rotolando, scoprendo gli appoggi e le possibilità dei muscoli e delle articolazioni. Poi arrivate ad alzarvi in quadrupedia, poi in piedi, come nel processo di sviluppo della specie umana.
  3. Infine si scopre la danza, che non ha nulla di preparato o di premeditato, ma è espressione di spontaneità e di creatività: vi spostate nello spazio, esprimendo ciò che provate. L’istruttore può suggerire un tema e ciascuno interpreta la sua parte senza pensare al risultato estetico della coreografia, ma soltanto al piacere di “giocare” con il proprio corpo, proprio come fanno i bambini.