26/01/2019

Autodifesa: 6 consigli da una campionessa della boxe

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 26/01/2019 Aggiornato il 21/02/2019

Gli sport da combattimento insegnano l'abc dell'autodifesa: mantenere alta l’attenzione, essere e mostrarsi sicure di sé, reagire con prontezza in modo da cogliere di sorpresa un malintenzionato. Parola di Federica Monacelli

FEDERICA MONACELLI PER OYSHO

Federica Monacelli ha 28 anni ed è una campionessa di boxe: un passato nella squadra nazionale, un futuro sui ring come pugile professionista. Ha vinto due titoli italiani, oltre a vantare nel suo palmares numerosi risultati e medaglie di prestigio. Chi più di lei, quindi, può parlare di difesa personale? Le abbiamo chiesto se, in base agli insegnamenti che ha tratto dal suo sport, esistono tecniche o trucchi vincenti per affrontare un malintenzionato. Indipendentemente da colpi e gesti precisi, che dipendono dalla situazione contingente, ecco qual è l’atteggiamento che tutte dovremmo imparare a tenere.

«Tutte le discipline da combattimento stimolano ad avere una mentalità vincente, ad essere reattive e a imparare che nella vita si può cadere, ma si riesce sempre a rialzarsi»

L’abc dell’autodifesa

  1. Quando ci si trova per la strada, da sole, magari al buio, la prima regola è la prevenzione: il buon senso suggerisce di non mettersi mai nella condizione di diventare presto vittime di qualcuno.
  2. Fondamentale non lasciarsi cogliere di sorpresa: essere vigili e tenere sempre gli occhi aperti è il primo presupposto per poter reagire efficacemente, in caso di necessità. Bisogna evitare di distrarsi e magari di camminare curve, a testa bassa, con gli occhi incollati al cellulare Lo sport, che allena la prontezza di riflessi, è molto utile.
  3. La boxe (come anche gli altri sport da combattimento) fa bene a tutte le donne: non soltanto perché insegna tecniche per colpire un avversario, ma anche dal punto di vista mentale, perché abitua a non sentirsi mai vinte e all’angolo, nemmeno quando si è in condizioni di svantaggio rispetto a chi si ha di fronte.
  4. Ci sono tanti metodi efficaci per mettere in difficoltà un aggressore e non necessariamente si basano sulla forza fisica, che per natura è superiore nell’uomo. A volte anche una reazione tempestiva (inclusa quella verbale), che denota grinta e determinazione, può cogliere di sorpresa il malintenzionato e farlo desistere dai suoi propositi. La boxe e le altre discipline da combattimento sviluppano automatismi di reazione rapidi e molto utili.
  5. Secondo molti studi le donne che, dalla postura, sono percepite come timide, indifese, titubanti e timorose vengono prese di mira più facilmente da un aggressore. Il ring rende consapevoli delle proprie potenzialità psicofisiche, della capacità di ribaltare a proprio favore anche una situazione di svantaggio: quando ci si sente più sicure, non si vive sempre nella paura e nell’ansia e si appare anche più grintose.
  6. Saper controllare e gestire le emozioni è uno dei principali insegnamenti delle discipline come il pugilato: indispensabile in caso di aggressione, per non trovarsi paralizzate dal terrore.