29/04/2019

Tiroide: mai dimenticare lo iodio

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 29/04/2019 Aggiornato il 29/04/2019

È l’ingrediente chiave per il funzionamento della tiroide, responsabile della crescita, del rinnovamento e del mantenimento delle nostre cellule. Il sale iodato ci può aiutare ad assumerlo

iodio

Lo iodio è un costituente fondamentale per il nostro organismo e soprattutto per il benessere della nostra tiroide, quindi anche per sentirsi energiche e avere un metabolismo attivo. Purtroppo non riusciamo a sintetizzare in autonomia (né tantomeno, come qualcuno pensa, a estrarlo dall’aria che respiriamo quando siamo al mare) ma dobbiamo introdurlo dall’esterno attraverso l’alimentazione. Ci siamo fatti spiegare quanto ce ne serve e perché dalla professoressa Sabrina Corbetta, professore associato di endocrinologia all’Università degli Studi di Milano e responsabile del servizio di endocrinologia dell’Istituto ortopedico Galeazzi.

Un legame indissolubile

Gli ormoni tiroidei, e di conseguenza lo iodio, sono utili già dalle prime settimane di formazione dell’embrione. Sono gli ormoni tiroidei materni a intervenire nella genesi del sistema nervoso centrale del nascituro, per esempio nella formazione di alcune aree del cervello e dei circuiti cerebrali. Successivamente, gli ormoni si interessano della crescita generale del feto, nei primi anni di età sono implicati nella crescita delle ossa, della tonicità muscolare e della termogenesi, ovvero la capacità di produrre e mantenere il calore corporeo. Nell’adulto sono importanti per la contrattilità e l’eccitabilità delle fibre muscolari del cuore e partecipano alla regolazione della fertilità dell’apparato riproduttivo femminile e maschile.

L’aiuto in più

Lo iodio può essere assunto con l’acqua, ma le fonti del nostro Paese sono perlopiù di origine montana e per questo motivo hanno un basso residuo di sodio e sono povere di iodio. Per fare fronte a questa carenza, il Ministero della Salute ha messo in atto una profilassi facoltativa per il cittadino con la Legge n° 55 del 2005, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione all’uso quotidiano di sale iodato soprattutto in gravidanza, allattamento e nei soggetti giovani. In altre Nazioni è stato invece scelto di potenziare il latte o il pane, comunque alimenti a largo consumo.

Troppo o poco

Se il nostro organismo dispone di troppo iodio ma la tiroide non ha problemi, quest’ultima è in grado di captare solo quello di cui ha bisogno. Quando gli ormoni tiroidei perdono questa auto-regolazione, un eccesso di iodio può diventare dannoso e dare il via a dei processi infiammatori e distruttivi della ghiandola, chiamati tiroiditi. Una carenza, condizione ben più frequente, può portare invece la ghiandola tiroidea a ingrossarsi nel tentativo di aumentare il numero delle sue cellule per prendere il poco iodio disponibile, ponendo il soggetto a rischio di sviluppare il gozzo.

Quanto ogni giorno

Tutti possono usare il sale iodato. La quantità di iodio che si assume con il sale è fisiologica. Il sale iodato infatti non è un farmaco ma un naturale complemento della dieta. Il sale iodato va utilizzato come il normale sale da cucina e nelle stesse quantità. L’assunzione giornaliera di iodio consigliata è di 150 microgrammi per gli adulti, 175 microgrammi per le donne incinte e 200 microgrammi per le donne che allattano. Si trova in tutti i negozi di generi alimentari.