Pausa caffè: irrinunciabile, con alcuni accorgimenti
Sono più di 95 milioni le tazzine di caffè servite ogni giorno nel nostro Paese tra bar, ristoranti e case. A volte da limitare ma certo da non demonizzare, la nutrizionista ci aiuta a fare chiarezza su uno dei riti più apprezzati dai connazionali
C’è chi lo sorseggia in solitudine, chi ama prenderlo al bar in compagnia degli amici. C’è chi lo preferisce in tazzina, chi lungo effetto mug, con o senza caffeina, più o meno elaborato. La certezza è solo una: la pausa caffè è un momento irrinunciabile per la maggior parte dei connazionali.
Secondo una recente indagine a cura di AstraRicerche, ogni italiano ne consuma in media circa 4,6 chili all’anno.
Il consumo domestico rappresenta il 70 per cento del mercato totale, per un valore medio di oltre 2,8 miliardi di euro, il restante 30 per cento si beve outdoor.
L’arabica tra vizi e virtù
Sempre sotto la lente degli studiosi per scoprirne pregi e difetti, ecco alcuni highlights legati alla tazzina più famosa del mondo.
«La caffeina è un composto presente nella pianta di caffè che agisce sul sistema nervoso migliorando la concentrazione, i livelli di attenzione, aumentando la resistenza e persino la forza muscolare», dice la dottoressa Mariateresa Capuano, dietista all’Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità dell’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio a Milano. Senza dimenticare il suo effetto termogenico, cioè può contribuire al dispendio energetico dopo il pasto, e diuretico (motivo per cui si consiglia di ridurne la quantità se si soffre un po’ di incontinenza).
Le linee guida ammettono un consumo giornaliero di caffeina di 400 milligrammi, pari a tre/quattro tazzine (ciascuna ne contiene circa 60 mg). Meglio non eccedere oltre, soprattutto se soffri di disturbi gastrointestinali, perché la caffeina può stimolare una sovraproduzione di succhi gastrici, o se hai problemi cardiaci: ricorda che questa sostanza può aumentare la pressione arteriosa già mezzora dopo avere bevuto il caffè. «Agli ipertesi in terapia si consiglia di bere al massimo due tazzine al giorno, mentre si raccomanda il decaffeinato – che contiene solo tre milligrammi di caffeina se hai la pressione alta ma non stai prendendo farmaci», precisa la specialista.
Un occhio di riguardo anche per chi soffre di ansia, perché l’arabica può incrementare il nervosismo, causare tachicardia e disturbi al sonno.
Semplice o elaborato
L’arabica contiene la più alta quantità di caffeina. Altri caffè come il ginseng invece sono meno eccitanti ma più calorici (fino a 80 chilocalorie per tazzina). Attenzione all’american coffee che contiene circa 100 milligrammi di caffeina per tazza.
Moka o macchinetta?
È più pratica e con le cialde o capsule oggi disponibili al supermercato è possibile preparare un ottimo espresso come al bar o provare i gusti più disparati, dal caffè freddo shakerato ai vari caffè aromatizzati al cioccolato, nocciole & co. La tradizionale moka però ha due vantaggi. Innanzitutto è più ecologica: il caffè esausto può essere riutilizzato come fertilizzante per le piante, mentre non tutte le cialde e capsule sono completamente compostabili. «Inoltre, non avendo un filtro, la moka consente di preservare meglio alcuni microelementi preziosi come i polifenoli antiossidanti, oltre a minerali come magnesio, zinco e rame», conclude Capuano.
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