Intolleranza al nichel: il menù antiprurito

Redazione Pubblicato il 18/07/2017 Aggiornato il 18/08/2017

Non è solo il contatto con questo metallo a scatenare prurito e altri fastidi, ma anche il consumo di cibi che lo contengono

Nichel

È una presenza quotidiana in cucina: il nichel si trova in molti utensili (come le pentole in acciaio inossidabile e le griglie in ferro), in materiali di confezionamento dei cibi (come i contenitori metallici) e in tanti alimenti di origine vegetale, come cereali, legumi, ortaggi, frutta, semi oleosi.

Un’esposizione così elevata a questo metallo espone al rischio di “intossicarsi”: secondo stime ufficiali, in Europa il 20% della popolazione soffre di allergia al nichel da contatto e, in un caso su 4, presenta reazioni allergiche anche quando ingerisce nichel tramite gli alimenti.


È la cosiddetta “sindrome sistemica da allergia al nichel”, che può comparire a ogni età e viene spesso confusa con l’intolleranza al glutine, visti i sintomi simili: dermatiti, orticaria, crampi addominali, emicrania, afte e gastrite.

Cosa evitare la sovraesposizione?

L’eliminazione completa del nichel non è possibile, vista la sua ubiquità, e sarebbe controproducente poiché questo metallo è co-fattore per diversi enzimi e partecipa al metabolismo di alcuni ormoni.

Semaforo rosso
Secondo uno studio dell’Università Federale di Rio de Janeiro, è bene innanzitutto eliminare gli alimenti ad alto contenuto di nichel: dopo 60 giorni i sintomi spariscono, salvo ripresentarsi se si torna a consumare questi cibi. Si tratta di: cioccolato, cacao, tè, semi oleosi tostati (come nocciole, noci, mandorle e arachidi), legumi (come fagioli, lenticchie, piselli e soia), alimenti che contengono grassi vegetali idrogenati (come brioche, patatine e sostitutivi del pane), liquirizia, frumento integrale, avena, dadi, alcuni prodotti ittici (come ostriche, aringhe e molluschi) e alcuni vegetali (come uva, cipolle, patate, cavoli, lattuga e spinaci).

Semaforo verde
Sì agli alimenti a basso tenore di nichel, a partire da latte e yogurt, per proseguire con pesci di acqua dolce (come la trota) e di mare (come spigole e cernia), carni rosse o avicole, uova di gallina, alcuni cereali (come riso, mais raffinato e grano raffinato) e alcune tipologie di prodotti ortofrutticoli (come l’avocado, le carote, i cetrioli, i broccoli e i pomodori freschi).
Alla dieta nichel free si deve accompagnare l’attenzione a limitare le altre occasioni di contatto tra nichel e alimenti: in cucina usate casseruole, posate, griglie e pentole garantite come “nichel tested” e contenitori in vetro o plastica per conservare gli alimenti in frigorifero.