23/06/2023

Piatti freddi: 5 errori da non fare a tavola

Saverio Pepe
A cura di Saverio Pepe
Pubblicato il 23/06/2023 Aggiornato il 23/06/2023

Anche i piatti freddi vanno preparati ad arte per preservare gusto e nutrienti. Ecco gli errori più comuni da evitare

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Crescono le temperature e cresce la voglia di cibi leggeri, freschi, che si preparano velocemente senza dover star troppo ai fornelli. Ma attenzione che anche i piatti freddi della tavola estiva hanno le loro regole da rispettare perché risultino non solo saporiti ma anche sani.

1) No al limone sulla bresaola

Secondo gustoso e leggero, la bresaola della Valtellina è uno dei piatti freddi preferiti dell’estate. Ma attenzione a non condirla direttamente con il limone che tende a ossidarla con un effetto “cotto” che al palato non è proprio gradevole. Limone sì, quindi, ma in una delicata emulsione con olio oppure messo solo sulla verdura che accompagna il piatto.

2) Insalata di riso? Non è così leggera

Si pensa, e a torto, che sia leggera solo perché è fredda. In realtà cubetti di prosciutto e di formaggio, tonno e wurstel fanno alzare e di parecchio le calorie che possono arrivare anche a 500 per un piatto. Troppo per uno spuntino che a volte si consuma tra un bagno e l’altro. La soluzione per alleggerire la preparazione? Usare solo verdure per insaporire il riso e mangiare l’insalata di riso come piatto unico accompagnata solo da un frutto.

3) Meglio non cuocere il tonno

Il tonno sia quello al naturale che sott’olio subisce un processo termico di sterilizzazione che avviene durante il confezionamento. In sostanza è già cotto e va quindi aggiunto alle preparazioni a crudo, senza un’ulteriore cottura che può renderlo duro e troppo salato. Anche nel sugo quindi il tonno va messo solo all’ultimo momento e fuori dal fuoco.

4) Inutile sciacquare la pasta per raffreddarla

La pasta fredda è una ricetta classica dell’estate, perfetta per affrontare il caldo. L’errore da non fare: raffreddarla sciacquandola sotto l’acqua perché diventa insipida e appiccicosa. La soluzione: la cottura a campana. A due terzi della cottura la pasta va scolata e trasferita in una insalatiera e sigillata con pellicola trasparente. La pellicola si gonfia “a campana” e la cottura si completa a secco. In questo modo la pasta resta integra, buona e al dente anche per il giorno dopo.

5) Con la birra ci vuole la giusta temperatura

È un mito da sfatare che la birra vada bevuta gelata. Anzi se è troppo fredda perde gran parte del suo bouquet aromatico. Meglio servirla alla temperatura indicata sulla confezione (per una chiara, tra i 3°C e i 6°C).

Un trucco per capire se la birra è servita a regola d’arte è osservare la presenza della schiuma: se manca, c’è qualcosa che non va.

Le proverbiali “due dita” di schiuma, persistente e ben compatta, proteggono infatti la birra dall’ossidazione e la rendono più buona e digeribile.