Pasta crash test: 6 prove di qualità

Redazione Pubblicato il 20/06/2017 Aggiornato il 20/06/2017

La pasta migliore? Quella che non scuoce. Sei semplici prove da fare a casa per testarne la tenuta alla cottura

Pasta

È il piatto preferito dagli italiani, da sempre:

il 99% la consuma circa 5 volte la settimana e il 46% la considera un alimento di cui non può fare a meno.

Ma sulla qualità della pasta gli italiani non sono disposti a fare sconti di nessun tipo. La pasta che piace è quella che non scuoce e vanta una tenuta perfetta, a prova di distrazione del cuoco. Ecco allora qualche prova semplice che si può fare anche a casa per capire se la pasta che si usa è davvero così.
  1. Qualità a prima vista.

    Una buona pasta si giudica anche da cruda: deve essere di un giallo ambrato omogeneo, senza puntini chiari o scuri e quando la si spezza deve produrre un suono secco. Ci sono tracce color bruno? L’essicamento non è stato perfetto e questo penalizza la tenuta in cottura.

  2. La limpidezza dell’acqua.

    In cottura meglio controllare il colore dell’acqua: non si deve intorbidire ma restare limpida, segno di una pasta di qualità che limita il rilascio dell’amido a garanzia di una tenuta ottimale.

  3. Fuori cotta, dentro cruda?

    Può succedere ma questo è il sintomo che la pasta non è stata ricavata da materie prime di qualità e che non è stata lavorata a regola d’arte. Risultato? Una pasta scadente che non tiene la cottura.

  4. La resa nel piatto.

    Meglio dar sempre un’occhiata alla pasta che si scola: più ci sono pezzi sfaldati, fessurati, incollati tra loro, poco cotti, più il prodotto è di bassa qualità e ha quindi una scarsa tenuta al dente.

  5. L’extracottura.

    Il test più classico per verificare se la pasta “tiene” è quello dell’extracottura: basta aumentare il tempo di permanenza in pentola di due, tre minuti rispetto a quello indicato nella confezione per verificare se la pasta è in grado di resistere a errori e tentazioni come quella di rispondere al cellulare proprio nel momento in cui la si dovrebbe scolare.

  6. L’apnea.

    Quanto rimane buona una pasta “dimenticata” nello scolapasta o nel piatto per cinque, dieci minuti? È uno dei parametri più importanti per valutare la qualità: se diventa praticamente immangiabile meglio cambiare prodotto per non avere brutte sorprese in cottura.