21/04/2023

Farine di insetti: cosa c’è da sapere

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 21/04/2023 Aggiornato il 21/04/2023

Proteiche, povere di grassi e colesterolo. Le farine di insetti sono una tra le tendenze alimentari del momento. Massima attenzione però agli standard di igiene e sicurezza

Farine insetti

È uno dei novel food balzato agli onori della cronaca. Anomala per la nostra cucina, ma utilizzata da sempre nei Paesi asiatici, la farina di insetti (grilli, tarme, larve, locuste) ha un buon potenziale nutrizionale: quella di grillo per esempio vanta il 70 per cento di proteine, fibra e solo il dieci per cento di grassi, perché la sua componente lipidica viene eliminata nel processo di lavorazione.

E a differenza di altre fonti proteine come la carne sono prive di colesterolo.

A chi sono consigliati

«Questi prodotti sono utili per diversi piani alimentari che necessitano di un maggior apporto proteico, come quello degli sportivi e di chi deve perdere diversi chili e mantenere però la massa magra che dà tono alla muscolatura», dice la dottoressa Paola De Luca, nutrizionista di RAF First Clinic e ricercatrice presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano. A seguito della decisione dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) che ha previsto la loro vendita sui nostri mercarti, in Italia sono stati varati quattro decreti ad hoc per evitare possibili effetti secondari e vigilare sulla sicurezza del consumatore.

A norma di legge

Le farine di insetti devono riportare in etichetta la loro origine di provenienza (al momento è ammessa un’unica farina di grillo originaria del Vietnam che rispetta rigorosi criteri di igiene per evitare eventuali disturbi gastrointestinali). Sulla confezione devono essere citati i rischi legati al loro consumo e il quantitativo di farine di insetti presente anche nei prodotti derivati. «È un aspetto fondamentale perché l’ingrediente contiene dal 5 al 9 per cento di chitina, una sostanza presente nell’esoscheletro degli insetti, così come in crostacei, molluschi e acari della polvere, che può provocare reazioni allergiche», conclude la nutrizionista. Inoltre, queste referenze saranno posizionale in scaffali dedicati, in modo da essere subito riconoscibili.

Amiche dell’ambiente

Le farine di insetti hanno un costo elevato, tra i 70 e gli 80 euro al chilo, e al momento rappresentano una tendenza più che una vera risorsa. Ciò che è importante sottolineare è anche il loro lato eco-friendly. La produzione di questo ingrediente immette nell’ambiente solo l’1 per cento di anidride carbonica, mentre quella di origine animale tradizionale sfiora il 57 per cento, secondo i dati di una ricerca condotta da un gruppo internazionale di esperti guidato dall’Università dell’Illinois. Senza dimenticare che gli allevamenti di bovini, per esempio, hanno bisogno di grandi estensioni di terreno, con un forte impatto negativo sull’ecosistema, quale perdita di biodiversità, inquinamento e dispersione di risorse idriche.