Sole: 7 falsi miti da sfatare

Redazione Pubblicato il 22/05/2018 Aggiornato il 20/06/2018

È molto importante non fare passi falsi quando ci si espone al sole per evitare di creare danni, anche seri, alla pelle

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Estate, tempo di sole e di abbronzatura. Ma attenzione a non sbagliare quando ci si espone: a rischio non è solo la tintarella ma anche la salute della pelle. Ecco sette luoghi comuni da sfatare con l’aiuto del dermatologo, il dottor Fernando Bianchi.

  1. Tutti possono abbronzarsi

    Ognuno ha una tipologia diversa di pelle che reagisce in modo diverso ai raggi Uv. Conoscere il proprio fototipo è il punto di partenza per comportarsi correttamente sotto il sole e preservare la salute della cute. I fototipi più chiari infatti non si abbronzano ma si scottano solo: per loro servono protezioni molto alte ma vige anche la regola di restare poco sotto il sole perché la pelle non si colora ma comunque si danneggia.

  2. Le ore più calde della giornata sono le più pericolose

    È vero ma è altrettanto vero che bisogna proteggersi in ogni momento della giornata non solo nella fascia più calda che è quella tra le undici e le sedici. Attenzione poi alla potenza dei raggi che in qualunque ora della giornata è maggiore ad alta quota e vicino a specchi di acqua e ghiacciai.

  3. Con la crema ci si può esporre più a lungo

    Usare un solare, soprattutto se ad alta protezione, non deve essere un alibi per stare al sole ore e ore. I tempi di esposizione vanno sempre calibrati con attenzione: si parte con pochi minuti i primi giorni quando la pelle è chiara e si aumenta progressivamente la durata dell’esposizione ma senza mai esagerare.

  4. Il bagno protegge dal rischio di eritema

    Anche in acqua le radiazioni arrivano e possono scottare e fare danni. Ecco perché quando ci si tuffa serve sempre un solare ad alto fattore protettivo che va comunque rimesso appena si esce, anche se ha una formula resistente all’acqua.

  5. Le persone con la pelle olivastra o molto olivastra non hanno bisogno di proteggersi

    La protezione non serve solo ad evitare scottature, che non sono in genere un pericolo per i fototipi più scuri, ma impedisce che la cute accumuli una dose massiccia di raggi Uv, responsabili di danni profondi al DNA cellulare con conseguenze pesanti per tutto l’organismo.

  6. Non serve proteggersi quando si è già abbronzati

    Vale lo stesso discorso fatto prima: la protezione solare serve, anche quando la pelle è scura, ad evitare un’overdose di raggi, dannosa per la pelle e per la sua giovinezza. Troppo sole infatti favorisce la comparsa di rughe e macchie scure.

  7. Se si usa la protezione alta non ci abbronza

    No, semplicemente non ci si scotta e si permette alla tintarella di affiorare, più lentamente, ma di restare a lungo intensa. In più si preserva la pelle da qualsiasi rischio e si impedisce un’accelerazione nel processo di invecchiamento.