20/07/2023

Tatuaggi sotto il sole: ecco cosa fare

Alberta Mascherpa Pubblicato il 20/07/2023 Aggiornato il 20/07/2023

Per evitare che i disegni sulla pelle sbiadiscano e si alterino i contorni la protezione dagli Uv è d’obbligo 

A young Hispanic woman with long braids and tattoos posing under the sunlight

Tanto voluto, tanto amato. Il tattoo va poi protetto. E il primo nemico è proprio il sole estivo. Come conferma il professor Leonardo Celleno, dermatologo e presidente Aideco, Associazione italiana dermatologia e cosmetologia.

«I raggi Uv tendono a ossidare progressivamente i pigmenti e li schiariscono, alterando il disegno sulla pelle».

Meglio non farli in estate, innanzitutto

Ma facciamo un passo indietro. Per chi non ha ancora un tattoo ma ha deciso di farsi un disegno sulla pelle meglio attendere che la bella stagione sia finita prima di procedere. «L’estate non è il momento propizio per regalarsi un nuovo tatuaggio e l’esposizione solare è nemica della pelle appena tatuata» conferma l’esperto. «Servono due o tre settimane, infatti, per consentire a un tatuaggio di cicatrizzarsi del tutto e durante questo lasso di tempo sarebbe bene evitare di esporsi al sole, per non danneggiare né i colori del nuovo disegno né la cute». Il che è praticamente impossibile nel pieno dell’estate, soprattutto se si va in vacanza. «Quando ci si tatua» spiega il professor Celleno «l’inserimento dei pigmenti nella pelle provoca tante piccole ferite che facilitano l’ingresso ad agenti estranei come, per esempio, i batteri; questi, una volta insediatisi in un ambiente privo di ossigeno come sono i tessuti del derma, possono causare infezioni e infiammazioni che arrivano anche a compromettere la buona riuscita del tatuaggio». Per queste ragioni, l’igiene della pelle è la prima cosa di cui curarsi dopo questa pratica, usando detergenti delicati, e debolmente acidi, e disinfettanti appropriati.

Se il tattoo è fatto da poco 

«È comunque bene evitare l’esposizione al sole perché la radiazione solare può infiammare l’area tatuata e di conseguenza, interagendo con i pigmenti, determinare più facilmente reazioni di fototossicità o di fotoallergia, causando poi l’insorgenza di macchie scure difficilmente trattabili» continua Celleno. «Anche l’abbronzatura artificiale non fa bene perché, anche se la radiazione ultravioletta delle lampade è solo una parte di quella solare, è comunque dotata di molta energia e può produrre dei danni simili a quelli del sole».

Quando è di vecchia data 

Se invece il tatuaggio è ormai stato fatto da un po’ ci si può esporre al sole, tenendo conto però che la pelle, tatuata o meno, va comunque sempre protetta. Non va dimenticato poi che il sole ha comunque un’azione sbiadente sui pigmenti, in particolare quelli colorati, e che schermare i raggi è quindi una tutela non solo per la cute ma anche per la nitidezza del disegno. Le protezioni più adatte? Sicuramente quelle adatte al proprio tipo di pelle, più o meno sensibile al sole, alle condizioni di esposizione tenendo conto del fatto che sulle zone tatuate un solare con SPF 50 o 50+ è sempre ben accetto, a protezione del colore e della definizione. «Ricordando sempre» precisa il dermatologo «che il solare scelto, resistente all’acqua e al sudore se si fa sport o ci si tuffa in acqua, va sempre riapplicato ogni dure ore per offrire protezione sia alla pelle che al tattoo».