10/03/2023

Diastasi addominale: che cos’è e come affrontarla

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 10/03/2023 Aggiornato il 25/08/2023

Sotto i riflettori perché ne ha parlato la nuova compagna di Totti, Noemi Bocchi, è un’anomalia dovuta all’allontanamento dei muscoli retti dell’addome. Si può verificare dopo il parto ma anche a causa di sedentarietà e sovrappeso

diastasi addominale

Lo ha annunciato su Instagram Noemi Bocchi, fidanzata del calciatore Francesco Totti. E il suo problema, la diastasi addominale, è balzato subito agli onori della cronaca. «Si tratta di un’anomalia data dall’allontanamento o divaricazione dei muscoli retti, che vanno dall’arco costale al pube», commenta il professor Giampiero Campanelli, professore ordinario all’Università dell’Insubria e responsabile dell’Ernia Center all’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio e alla Casa di Cura La Madonnina a Milano.

A livello visivo si nota la formazione di una gobba da sotto lo sterno fino all’ombelico, nel momento in cui ci si alza dal letto. Il disturbo può essere accompagnato da dolore lombare se c’è anche un’adiposità accentuata e a volte da incontinenza urinaria.

Questione di distanza

I muscoli retti sono separati in modo parallelo da una struttura fibrosa chiamata linea alba, per una distanza che va da 0,5 a 1,5-2 centimetri in base alla costituzione delle persone (la linea alba è visibile se i muscoli sono ben sviluppati). Superata questa larghezza di normalità si parla di diastasi lieve (con un allontanamento dai 2 ai 3,5 centimetri), media (tra 3,5 e 5 centimetri) o elevata (oltre i 5 centimetri). La diastasi addominale si caratterizza anche per un andamento curvilineo dei muscoli retti verso l’esterno, cioè verso i fianchi, e per un loro allungamento e assottigliamento. «Questo problema non è sempre accompagnato da un’ernia e quando questo si verifica significa che si è formato una sorta di buco nella zona di debolezza», precisa il chirurgo.

I fattori di rischio

Le donne sono le più colpite dalla diastasi dopo la gravidanza – una condizione che aumenta il volume e la pressione all’interno della cavità addominale – specie dopo un parto cesareo o se durante i nove mesi la futura mamma è aumentata molto di peso, e ancora se la sua muscolatura addominale non era abbastanza robusta. Oltre a questo, le cause scatenanti possono essere fumo, obesità e mancanza di attività fisica.

La diagnosi

Il primo passo è affidarsi a professionisti con una provata esperienza in questo campo. Lo specialista procederà con un’ecografia dell’addome di tipo dinamica e con una Tac dinamica senza contrasto.

La soluzione chirurgica

È bene precisare che in caso di diastasi lieve in una donna giovane con una buona muscolatura addominale, l’intervento non è sempre necessario: in questi casi si può procede con sessioni di fisioterapia per rinforzare i muscoli laterali dell’addome, ma non quelli retti: fare i crunch avendo la diastasi è sbagliato, perché il divario aumenta. «Esistono tre tipi di intervento con l’obiettivo di posizionare una rete, una protesi, dietro i muscoli retti che funziona come un’impalcatura: quindi si riavvicinano i muscoli retti sulla linea mediana, in modo da ricostruire davanti alla rete la muscolatura e la linea alba», conclude il professor Campanelli. Il sistema tradizionale prevede una piccola incisione sulla cute all’altezza della linea alba, intervento anche a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Il gold standard è la tecnica laparoscopica robotica, con la quale si arriva agli stessi risultati. Infine c’è la possibilità di effettuare l’intervento per via sovrapubica, se è necessaria un’addominoplastica. Tutte le tipologie di intervento necessitano di anestesia generale e di una o due notti di degenza.