Soffri di intolleranza o di allergia? Scoprilo con un test

Redazione Pubblicato il 15/12/2015 Aggiornato il 23/12/2015

Intolleranze e allergie alimentari spesso vengono confuse. Per questo è importante eseguire i test giusti, consigliati dallo specialista. E non ricorrere all’autodiagnosi

Intolleranza

Oltre 2 milioni di italiani hanno un’allergia alimentare. Gli intolleranti sono quasi 10 milioni. Poi ci sono circa 8 milioni di persone sane che, per un condizionamento psicologico o per semplice suggestione, attribuiscono vari malesseri a uno o più alimenti e li eliminano dalla dieta senza un valido motivo.

Scopri la differenza

Facciamo chiarezza. Un’allergia è una reazione avversa dell’organismo nei confronti di molecole (gli allergeni o antigeni) che il sistema immunitario identifica come nemiche. Le intolleranze, invece, sono mediate da meccanismi diversi da quello immunitario: carenze di enzimi, interferenze metaboliche. Intolleranze e allergie vengono spesso confuse perché causano sintomi molto simili, che compaiono entro pochi minuti dall’ingestione dell’alimento o dopo qualche ora. Per esempio sensazione di calore, prurito, orticaria, gonfiore intorno a occhi o labbra, stanchezza, nausea, bruciore in gola.

Reazioni da non confondere

Ma se i disturbi, nel caso delle intolleranze, sono generalmente lievi e non mettono in pericolo di vita, nelle allergie possono colpire contemporaneamente più apparati, dando vita a una reazione seria chiamata anafilassi, che nei casi più estremi può arrivare allo shock.

Un’altra differenza: nelle intolleranze i disturbi sono proporzionati alla dose di alimento assunta, mentre in chi è allergico qualsiasi quantitativo, anche minimo, può scatenare forti reazioni.

I test consigliati dallo specialista

I test da fare, prescritti dall’allergologo, sono test cutanei e dosaggio delle IgE specifiche nel sangue. Il test molecolare consente di individuare con precisione a quale porzione o proteina dell’alimento si è ipersensibili: ciò consente di fare scelte alimentari più mirate. In alcuni casi, infatti, è possibile consumare un frutto a cui si è allergici togliendone la buccia o dopo averlo cotto. Nel caso gli esami diano esito negativo, si esclude l’allergia e si prende in considerazione l’ipotesi di un’intolleranza. Gli accertamenti cambiano in base all’alimento sospetto. Se si tratta del lattosio, si effettua il “breath test” o test del respiro. In altri casi sono indicati i test di provocazione orale: vengono somministrate dosi sempre più crescenti di allergene fino alla comparsa dei sintomi.

Keep Calm

Attenzione ai test non validati scientificamente: del capello, vega test, biorisonanza, pulse test, esame dell’iride o test di citotossicità. Secondo la Siaaic (Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica) ogni anno ne vengono eseguiti circa 4 milioni, con uno spreco di 300 milioni di euro.