01/06/2022

Gingko biloba, la pianta della memoria

Saverio Pepe
A cura di Saverio Pepe
Pubblicato il 01/06/2022 Aggiornato il 01/06/2022

Grazie ai bioflavonoidi, la tintura madre di ginkgo biloba contrasta la degenerazione delle cellule e rafforza il circolo venoso del cervello, a tutto vantaggio della memoria

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La mente, il cervello e il sistema nervoso in generale hanno bisogno di cure e attenzione proprio come tutti gli altri organi del nostro corpo. Accorgersi che c’è qualcosa che non va nel nostro sistema nervoso è abbastanza semplice perché i sintomi sono evidenti e spesso invalidanti, come la mancanza di memoria, l’ipersensibilità allo stress intellettuale, la fatica cronica, la difficoltà a concentrarsi.

Una soluzione green

Secondo una ricerca dell’Accademia Romana di Storia della Farmacia e Scienze Farmaceutiche di Viterbo, sede della famosa scuola di perfezionamento in fitoterapia, il ginkgo biloba è tra le pianti più efficaci per affrontare questi disturbi. Funzionerebbe anche contro i più gravi, come il morbo di Alzheimer.

Il segreto di questa pianta, di origine cinese ma presente nelle erboristerie italiane da quasi tre secoli, è l’altissima presenza di bioflavonoidi. 

I bioflavonoidi hanno un’azione antiossidante, contrastano le degenerazioni cellulari, rafforzano i capillari. Grazie alla sinergia con i ginkgolidi  agiscono sul circolo venoso periferico del cervello, a tutto vantaggio della memoria.

Tre mesi di trattamento

Utilizzare la tintura madre (in farmacia ed erboristeria) perché in questa formulazione i principi attivi sono particolarmente attivi e stabili. Se ne prendono 30 gocce in un bicchiere d’acqua prima di colazione. Nel caso ci sia la necessità di stimolare particolarmente la memoria, si può aumentare la dose a 2 volte al giorno, assumendone altre 30 gocce la sera prima di cena, per cicli di 3 mesi, con uno di stop.